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LA BATTAGLIA DEI TRE REGNI regia di John Woo

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  29/10/2009 01:19:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' probabile che io abbia visto un altro film (comunque largamente promosso dalla critica) ma qualcuno dovrà obiettare se penso che la prima parte sia una delle più grandi esperienze visive del cinema contemporaneo, oltre ad essere pure un romanzo storico storicamente attendibile ed entusiasmante.
Avrei voluto essere cinese per qualche fotogramma e sentirmi fiero di questo homecoming del controverso e geniale regista, mentre noi siamo costretti un pò a vergognarci davanti alle balde gesta retoriche del Barbarossa di Martinelli.
Nelle vostre critiche, non emerge alcun cenno all'omaggio di Leone, più volte citato, a quello di John Ford, e al modo particolarmente invadente di Woo di usare la mdp mentre ricorda tremendamente Martin Scorsese.
Probabilmente la vostra indigestione di film orientali non è riuscita a cogliere le potenzialità di un film che - oltre ad avere una serie infinita di immagini indimenticabili (cito tra tante la battaglia con gli scudi usati come specchi, il duetto con l'arpa tra zhou yu e zhune liang, e SOPRATTUTTO il lungo piano-sequenza dell'attacco "a testuggine") è anche e soprattutto una galleria mostruosa di attori e personaggi fantastici.
Se Tony Leung è meno persuasivo del solito nei panni del vicerè Zhou Yu (forse troppo romantico e laccato per i combattimenti sanguinari?) il bellissimo Takeshi Kaneshiro sembra il degno erede di Toshiro Mifune, nè più nè meno.
E su tutti l'immenso Nacamura - già apprezzato nel capolavoro di Eastwood ("letters from Iwo Jima") è solenne, crudele e beffardo come il Tatsuya Nakadai dei classici di Kurosawa.
Storia d'amore e d'amicizia, e che sarà mai? Possibile che nessuno abbia provato un senso di indifessa ammirazione per le due protagoniste femminili, per quella compagnia che rischia la vita pur di salvare quella del marito?
80 milioni di dollari spesi per un film che sfiora il capolavoro, ma per motivazioni a cui non so rispondere obiettivamente non riesce a centrare il 9 in pagella (che avrei potuto tranquillamente estrarre)

"Ogni spada va sguaiata prima o poi" (cit.)

E veniamo alle note dolenti: a una prima parte di radicale bellezza (e senza un minimo filo di noia, tutt'altro), e una centrale che ha il suo punto di forza nella sequenza della battaglia in mare davanti a una coltre insinuosa di nebbia, prevalgono gli ultimi 40 minuti nella confusione stilistica totale.
Finora era difficile rimasticare sui tagli dell'operazione occidentale del film più Leoniano di Woo, ma per il pre-epilogo e i fotogrammi finale è assolutamente impossibile fare finta di niente: svanisce nel nulla il bel personaggio della "messaggera" con velleità da guerriera indomita (un personaggio quasi à la Giovanna d'Arco se mi si consente il paragone), le immagini sembrano compresse quasi come un'eunuco dei nostri tempi, il pur suggestivo sapore Fordiano del finale stride con la mise in scene precedente.
Senza contare l'assurdo miraggio (fortunatamente eliminato al più presto) della voce narrante all'inizio del film.
Pertanto, il mio voto, proprio in virtù di questi ultimi 30/40 minuti dove succede di tutto e forse non abbastanza, deve sinceramente essere ridimensionato.
Naturalmente nulla toglie al valore indiscusso di un film che è riuscito a tenermi incollato alla poltrona del cinema ricco di entusiasmo: entusiasmo che è un pò scemato da questa ombra oscura dei "tagli" a cui poco si adatta un film altrimenti ineccepibile.
E tra un Tsu Zu (L'arte della guerra) citato (involontariamente?) e un'epidemia degna di certe pagine Camusiane, saluto cordialmente un "capolavoro incompiuto", attendendo (forse non invano) la versione integrale.
Ma, ripeto, guardatevi il film nel suo insieme: c'è una forza epica che forse manca ai tanto osannati presunti (capo)lavori del recente Zhang Yimou.
Alex89  31/10/2009 13:06:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
quoto tutto
Invia una mail all'autore del commento Gualty  30/10/2009 03:42:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premesso che non ho colto per mia mancanza gli omaggi a Leone e Ford, di cui avevo già letto....
Concordo sulla scena dell'arpa, ma ripeto che non è una trovata originale.
Per il resto, la forza epica proprio mi è sfuggita. E ancor di più le sfumature liriche.
Sarà che la voce narrante mi ha infastidito parecchio all'inizio (son sicuro che è la stessa usata in alcuni famosi documentari ), come mi hanno infastidito le lunghe scene di guerra, troppo poco spettacolari per essere fini a sè stesse e troppo poco realistiche per essere epiche.

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StranzCronenber  28/11/2009 01:46:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
assolutamente d'accordo con Gualty.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  30/10/2009 21:01:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In effetti io stesso ho citato le incongruenze dell'ultima parte (o quasi) che credo sia dovuta principalmente ai tagli effettuati... il mio voto sarebbe stato 7.5 ma ho dovuto arrendermi al mio stupore... mi è sembrato di essere tornato bambino.
Le ingenuità che tu ravvedi nel film sono le stesse che animano grandi spettacoli come hero o la tigre e il dragone, anche se la loro componente fantastica è maggiore (per questo giustificate). L'epilogo mi ha francamente irritato per gli stessi motivi di cui sopra. Ma il film è anche un poema sull'amore e sull'amicizia, e non mi sembra che ci si debba stracciare le vesti dallo scandalo per questo: non per forza l'Arte della Guerra deve avere sempre e solo attinenza con sbudellamenti e spade sguainate.
I personaggi maschili (ma anche quelli femminili) sono sicuramente più acuti e approfonditi rispetto alla media dei kolossal (o vuxupian o cose del genere): non c'è nulla di costruito e convenzionale nel feroce tiranno (con sfumature anche diverse) o nel "consigliere". Ammetterai che raramente si assiste a un film di certe dimensioni e costi con una concentrazione "umanista" tanto forte.
Poi ogni sequenza che ho citato, in particolare quella che ti è sembrata tanto improbabile, diventa soprattutto un omaggio al cinema classico e a tanti cineasti del genere, per cui mi sembra pretestuoso obiettare sui particolari e limitarsi a godere uno spettacolo che, per quanto poco realistico come dici tu, ha il merito di essere scorrevole e ben fatto, almeno per me