Chiudi finestraIO, ROBOT regia di Alex Proyas
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Enzo001 
6 / 10 10/01/2009 18:59:40
» RispondiA prima vista "Io, Robot" potrebbe sembrare il solito filmonzo botti, esplosioni, testosterone-a-palla (cit.) & filosofia-by-ChuckNorris: la serie di vertici che compone il temutissimo quadrato terribbole. In verità il film è più una linea retta tracciata dalla diligente unione dei i primi due punti, un compitino pulito pulito che Proyas svolge con poche sbavature, evitando saggiamente di scadere nelle pretese intellettualoidi dei fratellini bavosi e offrendo al pubblico una pellicola di onesto intrattenimento. Si assiste impotenti alla solita sequela di imprese stracazzute del *****tto problematico di turno, ovviamente coadiuvato dal medesimo campionario di personaggi stereotipati e a colpi di scena telefonati, fra citazioni di 2001: osiddea nello spazio e siparietti romantici in fin dei conti non proprio d'ammore. Proyas gioca fino in fondo tutte le sue carte, evitando proprio le citate complicazioni sentimentali con la quattrocchi del caso [ovviamente una strafica] e sfornando una pellicola sì superficialmente fracassona ma in fin dei conti non troppo banale in relazione all'imprescidibile frivola essenza del blockbuster americano.
I problemi si notano purtroppo a ridosso del becero finale pseudoenigmatico e pseudofilosofico, che par stonare clamorosamente con quel concetto di intrattenimento senza pretese di cui sopra, dove il regista calca eccessivamente la mano con sequenze pateticamente adrenaliniche al limite del guardabile e solito nonché odiosissimo montaggio al fulmicotone.
Ciò comunque non intacca una buona prima parte che, potenza evocativa a parte, riesce in linea di massima a soddisfare lo spettatore senza pretese.
Non per nulla le due ore scivolano via come acqua in uno sciacquone, senza rimpianti né sgradevoli ricordi.
Infine, sul piano delle comunque accettabili interpretazioni, vien da chiedersi quale valore aggiunto doni la personalità del pur buon Will Smith ai film che va ad interpretare - a parte mostrare i pettorali, si intende.
Rispondiamoci con sincerità.
BlackNight90 10/01/2009 19:11:28 » Rispondi" una linea retta tracciata dalla diligente unione dei i primi due punti"
mi sa tanto di citazione nascosta delle jokeresi "linee parallele che si incontrano in un determinato punto"...
wega 10/01/2009 19:44:25 » RispondiChe poi è la ******* dell' allucinato del film, il punto è, che collega la perla alla "foto della ragazza con le braccia dinnanzi la faccia", che non sono per nulla parallele, ma incrociate. Quindi, a Tornatore, come ***** gli è uscita di pensare un non-sense del genere, e a confondere il nostro gokkèr sui piani cartesiani.
Ødiø Pµrø 10/01/2009 19:01:52 » RispondiPrimoooooo.
Giuro che non ho letto tutto il commento.
Vabbe', l'occhio mi è caduto su una virgola ma non è colpa mia, non è giusto, oh, eh i.
Max78 10/01/2009 19:56:40 » RispondiCon tutto il rispetto(sai che ti voio bene!! dov'eri finito?? i tuoi commenti mancano...) ma seppur i fratellini bavosi si son messi a filosofeggiar quando poi se ne escono con caG0si seguiti magna
soldi e di una bruttezza disdicevole tale da smitizzare un mito già conclamato al tempo, sto film non gli fa manco da sottobicchiere al buon Matrix, e parliamoci chiaro non ho un cattivo ricordo del film di Proyas...
il fatto è che non è ho propio un ricordo.
Enzo001 10/01/2009 20:10:56 » RispondiDunque, dunque; già te lo dissi e colgo l'occasione per ripeterlo ché non è mai abbastanza ribadirlo al mondo.
Vedendo i sequel sono rimasto talmente disgustato da rivedere e rivalutare il primo matrix, che giudico come il trionfo assoluto della scemenza dell'effetto speciale patinato, vuoto, inutile e odioso, del montaggio frenetico stile maicolbei e di tutte quelle catzate di filosofia spicciola che lì per lì possono anche affascinare ma che in fondo sono quanto di più scialbo ci possa essere; non per nulla il voto è poi sceso alla terza visione su scai da 6 a 1. Ho semplicemente guardato in faccia la realtà, a parte che sono convinto che un autore (e i bavosi non sono neanche quello) deve comunque mantenere una certa onestà intellettuale e coerenza, pur nel lungo cammino di maturazione artistica che deve presuppore un cambiamento (ne sono esempio artisti come Lynch o Miyazaki, che sono sempre rimasti fedeli a semmedesimi).
Di questo film ho apprezzato la leggerezza della prima parte ma ho disprezzato la brutta piega che ha preso nella seconda.
L'ho salvato perché, appunto, è riuscito a divertirmi un una serata non proprio divertente; anche se adesso no nricordo quasi più nulla di 'sto film (visto che azzeccato il cesso-paragone?)
SPOILER