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FANTASIE DI UNA TREDICENNE regia di Jaromil Jires

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gianfry     9½ / 10  10/05/2011 19:17:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Adattamento di un romanzo di Vìtezslav Nezval del 1935. Jaromil Jires ne fa uscire una straordinaria ed ipnotica favola nera, un'opera surrealista che sotto l'aspetto di un'innocua favoletta "horror" per l'appunto, sferra in realtà durissimi attacchi al regime politico (la repressione politica e culturale in cui è sprofondata la Repubblica Ceca dopo l'invasione sovietica), ma anche alla Chiesa. Basti pensare alla viscida figura dell'ecclesiastico lussurioso (memorabili la scena del pranzo all'aperto e quella successiva in cui l'uomo entra in camera di Valerie per cercare di violentarla), oppure all'inquietante "vescovo nero", che celebra messa e getta rami di fiori al suo passaggio in carrozza. Essendo ambientato ai primi del Novecento, un'altro punto forte del film è sicuramente quello della scena del rogo, esplicita denuncia contro la condanna delle donne accusate di stregoneria. Valerie è una ragazzina di tredici anni, che con la comparsa del primo ciclo mestruale comincia ad avere una visione differente di ciò che la circonda, e tutti i personaggi che le ruotano attorno sembra che vogliano approfittare di lei: dall'ecclesiastico, alla nonna trasformata in vampiro da quello che dovrebbe essere il padre (una sorta di Nosferatu con la faccia azzurrognola), all'ambigua amica (la sposa) con cui Valerie s'intrattiene anche in una serie di baci saffici. L'unico personaggio (Orlik) che accorre in ogni momento in aiuto della povera Valerie, e di cui ella è innamorata, si rivelerà essere addirittura suo fratello!... E' incredibile come Jires sia riuscito all'epoca ad aggirare le maglie della censura cecoslovacca. Come già detto "Valerie and her Week of Wonders", sotto la sua apparente semplicità, cela in realtà una complessità e una ricchezza di fondo straordinari. Realizzato in quel fantastico periodo della cinematografia europea definita "new-wave", VALERIE.. è indubbiamente una delle migliori pellicole cecoslovacche assieme al sublime "Fruit of Paradise" di Vera Chitylovà, altra straordinaria esponente del surrealismo ceco.