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CYBORG GIRL regia di Kwak Jae-yong

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  23/09/2011 11:36:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Cyborg Girl":ossia piccolo manuale da mandare a memoria per chi voglia girare una com-rom davvero appassionante e fuori dagli schemi [ogni riferimento alle sciocchezzuole che regolarmente ci propinano in sala (non) è puramente casuale].
Il coreano Kwak Jae-Yong è regista che ama osare,ho ancora in mente quella delizia di "My Sassy Girl",qui si supera riuscendo a raggiungere un pathos straordinario aggregando romanticismo classico con un tema fantascientifico,senza farsi mancare un clamoroso finale catastrofico che poco ha da invidiare per ritmo e coinvolgimento ai più celebrati disaster-movie.
Incredibile come il regista riesca subito ad incuriosire,lasciando aperti moltissimi interrogativi dopo il primo incontro tra i due protagonisti interpretati dall'incantevole e bravissima Haruka Ayase e dall'altrettanto efficace Keisuke Koide.Da elogiare l'intraprendenza mostrata nel fondere i più disparati omaggi che vanno da "Terminator" all'anime "Neo Genesis Evangelion" ,senza mai perdere di vista gli aspetti più delicati,quasi mai abusati e sicuramente appaganti per chi abbia voglia di commuoversi.
Niente però di troppo struggente per quanto i momenti da lacrimuccia trattenuta a stento non manchino, come in occasione del ritorno al paese natio,un tuffo nella memoria di rara intensità.Il regista è intelligente nel cambiare registro sempre al momento giusto,affidandosi spesso ad una comicità favorita dal contrasto tra la goffaggine del ragazzo e la sicurezza della sua bella compagna,tema spesso ricorrente nei manga e nella filmografia orientale."Cyborg girl" è molto armonioso nello sviluppo e sottilmente sovversivo per lo spettatore occidentale per nulla educato a certe digressioni.Lascia un po' perplessi il finale in cui il pignolo Kwak Jae-Yong mette ogni tassello al suo posto appesantendo la visione, la chiusura però è ben ponderata e rende merito ad una narrazione circolare congegnata a menadito.
In fin dei conti è una variante sull'amore tormentato e forse impossibile,la differenza sta nelle idee che danno forma ad un tema in questo caso sorprendente e intriso di una poetica davanti la quale è arduo restare impassibili.