Coerente nel dire quel che vuole dire, sfruttando la prediletta tecnica convulsa dello Stone, finalmente ben fatta e appropriata, interpretato magnificamente, con una colonna sonora s-t-r-e-p-i-t-o-s-a.
E' un adrenalinico ed euforico melò dai toni futuristici annegato nel grottesco più torbido e tagliente, capace di momenti stupendi (la fuga dai genitori, l'incipit, lo scontro alla farmacia, la rivolta dei carcerati), saturo di colori esplosivi espressi al limite dell'eccesso visivo, carico di umorismo e martellanti sequenze videoclippare. Come intrattenimento funziona in modo superbo, e al tempo stesso propone un ritratto di coppia cinematografica ormai antologico, a un passo dall'immaginario collettivo. Merito di sagace attenzione al dosaggio dei tempi e alle brillanti interpretazioni di Harrelson e della Lewis. In seconda linea, un Downey Jr. sorprendente e un Tommy Lee impagabile. Per non parlare dell'indimenticabile famigliola con il padre di Rodney Dangerfield (protagonista del momento più grandioso dell'intero film, velenoso e cinico humour al pepe). L'originalità stilistica, l'orgia di frenetiche immagini sovrapposte, i deliri cromatici e lo sguardo ermetico e accattivante di Harrelson sono il cuore e la sensibilità di un'opera in definitiva assai gustosa, incredibilmente eccitante e trascinante. Una furibonda corsa esplosiva verso la libertà, nel senso più cupo, scorretto e bieco della parola. Squisitamente perverso, si finisce col sentirsi vicini ai due maniaci, con l'accettare il lato nero del nostro stravagante cuore. E si assiste ad una lucida e dissacrante critica ai media. Che per inciso è ben presente e palpabile, contrariando certe affermazioni che la definivano presunta. Che possa respingere o non convincere il modo in cui è posta, beh, è un altro discorso. Ma va ammesso che tutto è davvero fuso alla perfezione. Se ne esce soddisfatti, pieni, frastornati ed eccitati.
Uno dei migliori e più interessanti risultati del gradasso Stone, che trova pane per i suoi denti dal soggetto di Tarantino, assai adatto alla sua schizofrenica idea di montaggio. Per una volta.
L'ho già detto che la colonna sonora è s-t-r-e-p-i-t-o-s-a? Patti Smith e Diamanda Galas: l'angelo caduto che ha cantato il male e la morte e la serpenta delle tenebre che ha furoreggiato una rivendicazione d'amore e pace fra i popoli. Non è forse uno dei più scottanti aspetti della pellicola? L'amore che sconfigge il demonio ma che è pur sempre pervaso e macchiato di malevolenza? La perdita del confine fra bene e male? La perdita della loro identità? Ecco, quando le cose sono così minuziosamente curate mi sento proprio felice. Bastava fare questo riferimento per dare un bell'8 ad un'eccentrica e memorabile parodia gore sull'allucinante, perverso, epico e sbalorditivo fascino della proverbiale, sfaccettata, variopinta violenza.