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ASSASSINI NATI regia di Oliver Stone

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  19/05/2007 22:00:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Rutilante e allucinato film di Stone che ha tutti crismi del "grande capolavoro mancato"... tecnicamente, è una mostruosa metafora visiva della devianza del Male (sorprendente la figura dell'indiano, quasi antetica e Chatwiniana rispetto al contesto del film), e lascia letteralmente a bocca aperta per la sua spettacolarità stilistica, mentre ideologicamente è inaccettabile, contraddittorio, qualunquista e reazionario: l'odissea di due criminali decontestualizzati dal contesto maledetto/romantico ("L'amore salva il Dèmone" è già una contraddizione - nella letteratura Sadiana non può esistere amore nell'odio recidivo e totale), che finisce per emblemizzare l'ideologica militanza nelle spire della Fascinazione del Male (l'agghiacciante lista di ritratti dei più efferati psycho.killers della storia, tra cui Charles Manson) è discutibile, e tendenziosa: Stone non può dirci o eludere al fatto che i "veri mostri sono la normalità e la società vigente", quando certi sciagurati innalzano le loro bandiere di empatia e fanatismo in ragione dei due anti-eroi, e poi tornarsene a casa, fiero di aver costruito un perfetto emblema di un mondo terribile che non ha alcuna intenzione di combattere (non per nulla i "natural born killers" la fanno franca).
Allo stesso modo, è incomprensibile la follia degenerata del personaggio di Downey jr., che viene miserabilmente annientato come un prototipo di potere allo stesso modo (per l'epoca) in cui si scagliò Ice-T nel suo ferocissimo "Copkiller", vero e proprio manifesto hardcore della legge della strada...

Ripeto, il film è visivamente stupefacente: la rivolta nel carcere, indicativa di una bestialità quotidiana a cui Stone sottopone allo spettatore una spregevole abitudine quasi corriva e lasciva, ha una violenza che giustifica in parte il lucido pessimismo della storia.

In ogni caso, il Male non è radicato nell'uomo, nè nell'espressione sociale di un Paese che, come tanti, non ha dato risposte esaurienti, e per questo la metafora di Stone è ambigua, massimalista e assai compiaciuta.

Splendide comunque le prestazioni di Harrelson (che è ingrassato diversi chili per la sua performance), della Lewis (sempre a suo agio nella sua perfetta simbiosi sg.u.al.dr.i n.esca) e di Ashley Judd.

Notevole colonna sonora curata da Trent Reznor, con qualche classico del Grunge
TIGER FRANK  20/05/2007 16:21:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Kow non devi farti influenzare perche' tutti gli hanno dato voti alti io per esempio gli avrei messo di meno....sicuro sia un 7 e mezzo?

La parodia del male altroche'!
Retorico e stupidino e quel gran mito di Robert Downey Jr in quel ruolo imbarazzante...
si qualche idea buona c'e' tipo la sit com pero' il film nel complesso e' terribilmente imbecille
Lo salva una colonna sonora da urlo che fomentano la rabbia che qui e' a dir poco caricaturale...ma per favore la cattiveria e' altra qui son tutte macchiette!
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  20/05/2007 20:07:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No no a me è piaciuto molto, credimi. Il punto è che come invettiva sociale sulla violenza la trovo superficiale e qualunquista, e per questo mi fa irritare: non è possibile azzardare che i veri criminali sono le persone comuni, perchè in questo modo commettiamo l'errore di essere superficiali e cinici di fronte all'esistenza della violenza. Mica vorremmo prendere per buoni i testi degli Slayer dedicati ai nazisti ("Angel of death"?)... Fra l'altro io adoro gli Slayer