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GARAGE regia di Lenny Abrahamson

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  21/07/2009 18:31:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ringrazio tutti coloro che me lo avevano sconsigliato, posso solo dire che è tra i piu' belli della stagione, e uno dei piu' sensibili ritratti di "diversità" visti al cinema negli ultimi anni. Già premiato a Cannes nel 2007, è il parto di un ottimo regista irlandese innamorato del lasso temporale di Bresson e con un enorme talento nel raccontare (ripeto con sobria sensibilità) la vicenda di Josie, trait d'union tra Peter Pan e l'idiota di Dostoevskji.
Ma è anche la storia di un PURO (di cuore e spirito) esiliato da una comunità profana, incapace di credere alle debolezze in buona fede di chi non sa gestire adeguatamente le proprie azioni. Bello, bellissimo: non me ne importa niente se questo tipo di film non incontra i favori del pubblico, se gli spettatori non sanno pensare allo schermo come a un commiato non esattamente da favola elisiaca: Josie parla da solo Josie che vive nel suo mondo Josie che ha desideri da adulto in un cervello da bambino troppo cresciuto
Il film esprime un disagio interiore che percorre anche la monotonia cadenzata dei villaggi irlandesi ma il ritmo lento (plasmato da una superba fotografia) e i pochi mezzi a disposizione uumentano proprio la sensazione che questo mondo quotidiano possa tramutarsi in un dramma.
Un film sulla diversità e la solitudine, o dell'annientamento dell'isolamento urbano.
C'era forse una via di fuga davanti a un simile epilogo? Forse, ma non ne sarei così sicuro.
Un'amarezza profonda infonde un senso di vuoto di smarrimento una specie di colpevolezza per la nostra strana, malata "normalità"