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THE DOORS regia di Oliver Stone

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Invia una mail all'autore del commento Bright Parker     8½ / 10  22/12/2007 23:20:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La musica, la vita, la passione, la struggente armonia di uno dei più grandi poeti della storia della musica rock: JIM MORRISON. Il regista più provocatorio di Hollywood Oliver Stone, porta sullo schermo la storia della più nota band degli anni '60 e '70, i "Doors", usando la macchina da presa proprio come la usava Morrison nei suoi filmini alla UCLA Film School, in modo irrequieto, curioso, invadente, morboso, riducendo praticamente tutto ad un'unica, immensa e forte allucinazione, facendoci provare tutte le emozioni provate dal poeta maledetto, in un mix di sinfonie psichedeliche, sesso e acidi. Val Kilmer, che interpreta appunto il grande Morrison, ci regala una delle sue prestazioni più singolari e intense, assolutamente degno di un premio Oscar, mostrando allo spettatore tutta la complessità e la purezza dell'arte in una storia torbida e soffocata, che ha come unico obiettivo, quello di sfogare un grande e indomabile senso di rabbia e di rancore, ponendosi delle domande sul significato della vita, e se veramente ne abbiamo bisogno. Morrison ha sempre cercato una risposta a questi tremendi enigmi, introducendosi nel più profondo del suo "Io" mediante droghe, alcool e allucinogeni, in cerca della morte, non temendola ma sfidandola, tant'è che lo stesso Jim, durante la sua permanenza terrena, scrisse un verso che recita in questo modo: "la vita è un'avventura dalla quale nessuno è ancora uscito vivo..." e come non si può restare affascinati di fronte a tale bellezza, alla poesia di un mito, di un colosso, di un'icona universale... I personaggi che fanno da spalla a Kilmer, ovvero la splendida Meg Ryan e gli straordinari Kyle MacLachlan, qui nelle vesti del musicista membro dei "Doors" Ray Manzarek, Kevin Dillon, fratello del noto Matt Dillon, nel ruolo del chitarrista John Densmore e Frank Whaley nel ruolo del batterista Robby Krieger. La fotografia è, a mio avviso, uno degli aspetti più mistificatori della pellicola, che ritrae le scene nel deserto facendo sembrare allo spettatore di essere lì, con Jim e suoi compagni a soffrire e asognare, sulle note di un capolavoro quale "The End", e non è da meno il montaggio, sfumato ed eterogeneo, così come la scenografia che in alcuni tratti sembra fin troppo reale. Detto con tutto il cuore: uno dei migliori film degli anni '90.