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DAYS OF GLORY regia di Rachid Bouchareb

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  27/04/2009 15:17:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“Indigènes” era l’appellativo,ovviamente dispregiativo,con cui venivano chiamati i soldati d’origine maghrebina arruolatesi durante la Seconda Guerra Mondiale nell’esercito francese.
Il regista Rachid Bouchareb,parigino ma di chiare origini nordafricane,porta sullo schermo le vicissitudini di un plotone di questi soldati,narrandone le gesta attraverso le più disparate regioni europee.L’obiettivo si focalizza maggiormente sulle psicologie di quattro di essi,rappresentando con buona intensità narrativa il ritratto di uomini che per svariati motivi decisero di partire in guerra.La volontà è quella di illustrare come questi combatterono con onore sotto il vessillo di una nazione che fondamentalmente li disprezzava,trattati con sdegno da commilitoni e superiori, ed utilizzati come carne da macello nelle imprese più insidiose.
Si può tranquillamente affermare che da un punto di vista prettamente tecnico il film ha poco da invidiare ai celebrati war movie americani,non è infatti la mancanza di mezzi a latitare.Purtroppo però il voler glorificare a tutti i costi le azioni di questi soldati sviluppa ben presto una retorica di maniera e a buon mercato.La pellicola appare in più punti poco equilibrata,capace in certi casi di trasmettere le difficoltà e le paure dei protagonisti,in altre troppo faziosa per dipingerne un ritratto verosimile.Senza volersi soffermare sugli episodi più disdicevoli (la Ciociara dovrebbe ricordare qualcosa) qui neppure accennati, oppure sostituiti da atti tutto sommato giustificabili dal contesto,come i furti ai danni dei cadaveri nemici,il voler per forza di cose mostrare solo la determinazione e l’eroismo non convince assolutamente.Infatti il personaggio che rimane maggiormente impresso è quello interpretato da Sam Nacery,l’unico a mostrare un carattere non proprio piacevole.Va detto che il film vanta delle ottime performance interpretative e una buona resa scenica soprattutto durante l’infuriare dei combattimenti.
Il finale ricorda molto “Salvate il soldato Ryan” e forse azzardare qualcosa di più originale avrebbe giovato all’opera che purtroppo,come molti film di guerra,scivola nel voler celebrare le azioni dei “buoni”,affidandosi così ad un punto di vista univoco e poco realistico.