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INTERVISTA COL VAMPIRO regia di Neil Jordan

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Satyr     8 / 10  01/10/2006 02:21:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Raffinato adattamento letterario dell'omonimo romanzo di Anne Rice contraddistinto da una regia elegante e misurata per un film tanto lugubre e misterioso quanto spettacolare.Gran parte del merito va sicuramente alle grandi scenografie dell'immenso Dante Ferretti:la ricostruzione della Luisiana di fine 700 e delle suggestioni della Parigi di fine 800,insieme ad una fotografia fumosa e decadente,contribuiscono ad una visione delle immagini di rara bellezza ed efficacia.

Il classico orrore generato dai vampiri movies viene qui sostituito da una sesualita'decadente,da un'erotismo malato e perverso che contagia tutto e tutti,espresso nei vari personaggi da un cast di primissima qualita':ottime le interpretazioni del duo Pitt-Cruise accompagnato da comparsate varie in cui e'facilmente riconoscibile una giovanissima Kirsten Dust nei panni di Claudia,Christian Slater nel ruolo del giornalista che raccoglie le confessioni di Louis,Banderas nel ruolo del tenebroso Armand e Stephen Rea,attore feticcio di Jordan presente in quasi tutte le sue pellicole e qui alle prese con un vampiro-attore crudele e senza scrupoli.

Intelligente e poeticamente doloroso,Intervista Col Vampiro presenta cmq qualche pecca:nel corso della pellicola,a momenti folgoranti per ricchezza di invenzioni narrative e figurative si alternano pause in cui pesa la monotonia dell'estenuante esistenza dei vampiri...il ritmo spesso rallenta eccessivamente cedendo il posto ad una cupa malinconia che avvolge epoche,cose e persone...
frine  19/01/2007 01:50:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel commento:-)
Certo la scenografia di Ferretti e la fotografia di Philippe Rousselot giocano un ruolo determinante. Però questo non dovrebbe far sottovalutare la storia, narrata con rigore ed eleganza da Neil Jordan su una sceneggiatura un po' 'coatta' della Rice. Jordan ci mette molto di suo, ad esempio la magnifica ed inquietante Medusa di Blake, ovvero le lugubri coreografie dei vampiri del teatro. Per non parlare, poi, dell'esplicita antipatia per il personaggio di Armand, che la Rice avrebbe successivamente recuperato in un libro specificamente dedicato a tale personaggio.
Il punto debole del film, forse, sta nel non avere dato sufficiente spazio a Lestat, che nella saga dela Rice è protagonista assoluto. Cruise fa del suo meglio e anche molto di più...ma personalmente mi manca il Lestat sfatto e dolente che, nelle catacombe parigine, piange sull'abitino giallo di Claudia dopo averne richiesto la morte, e così facendo ottiene di essere risparmiato dalla vendetta di Louis.
Forse a Cruise non piaceva essere rappresentato come perdente....ma Lestat è così. Muore, risorge, soffre e si infuria, piomba nell'abisso della depressione...e poi risorge di nuovo dalle proprie ceneri. Crudele, spietato e umanissimo come un dio pagano.
Forse non abbiamo ancora trovato l'attore 'giusto' per Lestat...