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QUESTA TERRA E' LA MIA TERRA regia di Hal Ashby

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amterme63     7½ / 10  22/06/2014 14:19:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel film, che non è soltanto uno splendido omaggio biografico filmato al grande cantate americano Woody Guthrie, ma anche un documento che illumina sullo status (ragioni, stati d'animo, traversie) di nullatenente disperato alla ricerca di sopravvivenza-fortuna in una "terra promessa".
Ashby anche in "Questa terra è la mia terra" utilizza la forma collaudata (e da lui preferita) del road movie, abbinata a un percorso formativo che porta il protagonista verso la consapevolezza di sé e al contrasto-sfida con il mondo esterno.
Il film è suddiviso in due parti un po' in contrasto fra di loro. La prima è essenzialmente statica e ci mostra Woody Guthrie in una forma parareligiosa quasi da santone, un saggio dispensatore di illuminazioni. Dà consigli a tutti ma non riesce a dare un indirizzo deciso alla propria vita, sentita come finita in un vicolo cieco. Questa parte è piuttosto fiacca e noiosa. Per fortuna che è girata con belle scenografie e con una luce rossastra (misto fra inverno e tramonto) che rende l'ambientazione molto affascinante.
Nella seconda parte la musica cambia. Con una decisione repentina (ma intimamente necessaria), Woody si lancia all'avventura nel mondo, alla ricerca di riscatto, fortuna o qualcos'altro che forse non sa nemmeno lui cosa sia. Sempre però con una coscienza e con uno spirito etico molto spiccato, il quale lo porterà a essere rigido e deciso nei propri comportamenti e nelle proprie scelte.
E' l'occasione per far vivere e far capire allo spettatore quella che è tutto sommato la condizione che attualmente vivono i migranti che cercano di venire in Occidente: fuggitivi da situazioni disperate, trovano solo cinismo, sfruttamento, indifferenza, cattiveria. E' illuminante anche il loro atteggiamento passivo, remissivo e l'impermiabilità a istanze di organizzazione e ribellione (il rifiuto del sindacato).
Ashby qui si inserisce a pieno titolo nella tradizione "didattica" del cinema americano, riuscendo con grande semplicità ed efficacia (con dialoghi e situazioni illuminanti) a spiegare e a rappresentare con grande chiarezza le questioni dibatture, i vari atteggiamenti e punti di vista. Certo c'è sempre però un po' di edulcorazione e soprattutto c'è sempre un protagonista-eroe, un essere "speciale" che in ogni caso riesce ad emergere e a fare fortuna, senza però dimenticare da dove è venuto.
Oltre al tema sociale-politico, c'è anche un tema etico che si riallaccia al finale di "L'ultima corvé"; cioè l'inconciliabilità dei propri principi con la società. Woody Guthrie tocca con mano l'impossibilità di essere se stessi senza compromessi (le vie sono sbarrate) e soprattutto come la libertà sia inconciliabile con le istituzioni della famiglia (illuminante la scena del litigio con la moglie, la quale giustamente si sente abbandonata).
Molto bella la fotografia. Tutto sommato un film bello e coinvolgente.