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BARBIE E IL LAGO DEI CIGNI regia di Owen Hurley

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Niko.g     5½ / 10  10/05/2016 15:02:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eravamo a casa del trucido e c'erano pure er ventresca, er cinghialone, er tricoccia e lo sgarato.
Adesso non ricordo come, ma dopo un'abbondante grigliata e una serie di vocalizzi a rutto libero per prepararci alla visione del live Rude Awakening dei Megadeth, a un certo punto era saltata fuori la sorella più piccola del trucido, la trucidina, che si era impossessata del televisore con la storia che voleva vedere 'sto dvd di Barbie. Er ventresca andò via senza dire una parola. Io e gli altri decidemmo di restare, pur sapendo di non avere armi in grado di far desistere la sorella del trucido, che quando veniva contrariata emetteva lacrime tossiche e lanciava urla così acute da comunicare direttamente con i pipistrelli. Dovemmo cedere. Non volevamo fare la fine del ventresca, che in passato per aver fatto il duro con lei, ebbe un principio di angioedema. Tricoccia cercava di consolarsi pensando che nel mondo di Barbie il reggiseno non esiste. Il trucido aveva abusato del vino e subiva gli effetti narcotizzanti della digestione. Er cinghialone conviveva da cinque anni con una bionda che aveva la quarta di seno e il cervello di polipropilene e tutto sommato vedendo Barbie si sentiva un po' a casa. Lo sgarato fissava la sorella del trucido in modo strano, reprimendo atti violenti e poco igienici. Fatto sta che ci ritrovammo in un battibaleno dentro un mondo fatato tutto colorato, dove il montaggio pulito che agevola il dipanarsi della trama e la tecnica del motion capture mi erano sembrate le cose migliori, con una buona resa dei movimenti soprattutto nelle sequenze dei balli, mentre in generale l'animazione computerizzata la ricordo un po' legnosa, oltre che detestabile per il solo fatto di esistere. Il trucido stava ormai più di là che di qua e non faceva altro che chiedere quando avrebbero inquadrato Dave Mustaine. Come se non bastasse la piccola scellerata disponeva anche della libertà di espressione per dare dettagli assurdi di cui non ci poteva fregare di meno, tipo chi e come avesse coreografato le danze e cose così. Parlava di un ballerino che aveva partecipato alle coreografie, un certo Benjamin Millepied (me lo ricordo ancora perché un ballerino con quel nome mi fece ridere), al che lo sgarato cominciò a perdere sangue dal naso e lì mi resi conto che la serata non avrebbe avuto un lieto fine. Al contrario di quanto avvenne puntualmente nel film.
Colonna sonora (manco a dirlo) di Cajkovskij. Povero Caj.