kowalsky 6 / 10 13/07/2009 22:01:35 » Rispondi "Non importa come finisce una vita, ma come è stata", questa me la segno. Intanto invito caldamente a conoscere questo film prima... di andare a vederlo, teneteneve alla larga se la vostra salute mentale è già mentalmente compromessa... malgrado tutto, le intenzioni funzionano solo in parte: sinceramente dubito che la cosiddetta terapia d'urto sul tabù della morte sia la ricetta giusta. E l'impressione che tutto sia confezionato a tavolino o resti in superficie permane: e non mi sembrano così autentici neanche i personaggi. Ricoperti di pioggia e un pò di retorica esistenziale non è esattamente come rivedere "Magnolia" di Anderson (che per certi versi me lo ha ricordato subìto). Un breve ma intenso momento di separazione sembra collimare con uno sguardo "vero" ma si è visto troppo spesso al cinema. Una novità è la visione medianica del cartoon che esplora l'imprevisto e l'orrore del dolore in un contesto più che mai moderno (l'allucinante motore di ricerca sulle malattie per es.). Alla fine l'unico personaggio che mi ha comunicato davvero qualcosa mi è sembrato il malato di cancro, proprio per la motivata e comprensibile reazione alla paura (autentica) della morte. Ripensandoci è anche l'unico che davvero la tema. Il resto non riesce a suscitare interesse quanto il titolo originale (quello italiano, inutilmente à la Allen, è del tutto superfluo e spiazzante). E poi: l'epilogo più atroce è la sopravvivenza? Illuminante, direi.