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ANTICHRIST regia di Lars Von Trier

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     9 / 10  23/05/2010 12:44:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'ho visto al cinema esattamente un anno fa ed era riuscito a rapirmi e a respingermi allo stesso modo. Di per sé un ottimo segno.
E' uscito in una superba versione in blu-ray e continua imperterrito a rapirmi e a respingermi. Decisamente un ottimo segno!
Ho letto con attenzione tutti i commenti postati: noto con piacere che le mie sensazioni sono le prevalenti tra la nostra piccola community.
Ho letto anche commenti molto colti, profondi, analitici. Ringrazio chi li ha inseriti: mi ha aiutato a decrittare i numerosissimi simbolismi contenuti nel film.
Ma, da buon sensorial-umorale quale sono, la mia attenzione è spostata altrove.
Anzitutto, ho ADORATO quel che Von Trier ha avuto il coraggio di affermare: questo è un film PER SE', è il frutto di un periodo di intensa sofferenza psicologica, aveva bisogno semplicemente di SFOGARSI, di affrontare catarticamente un disagio mentale profondo.
Ricordate Maurice Pialat quando ricevette la Palma d'Oro per lo splendido "Sous le soleil de Satan"? Ricordate cosa disse? "Public, je vous haI!" ("Ti odio, pubblico!"). [Nota per i francesisti: manca la dieresi sopra la i di "hai": non l'ho trovata sulla mia tastiera, chiedo venia!]
Von Trier è riuscito ad andare oltre: se ne strafotte di noi, e ce lo dice chiaramente, senza tabù.
Anche Hitchcock faceva film "per sé"; ma lui godeva della conferma delle reazioni che il pubblico aveva guardando le sue opere (memorabili le sue scenate alla prima proiezione di "Psycho" dove pretendeva che chi avesse fatto il biglietto dopo l'inizio dello spettacolo fosse respinto dalla maschera e rimandato al successivo! E dove spiava in sala le espressioni emotive degli spettatori...).
Qui Von Trier si mette a nudo, proprio come i protagonisti, e ci mostra quel che lui percepisce del suo inconscio divertendosi a dilaniare (nel senso vero del termine) i suoi attori in un gioco sadomasochistico di rara brutalità e violenza.
Tutte le sue ossessioni di tipo religioso, spirituale, mentale e fisico sono lasciate venire a galla senza alcun ritegno per un pubblico di cui lui "se ne frega altamente".
Dunque: prendere o lasciare. E così infatti ha reagito il pubblico. Senza mezzi termini (peraltro impossibili in un'opera così estrema).
E' un horror? Se intendiamo in senso classico di genere, proprio no. Semmai è (la messa in scena del)l'orrore del nostro lato oscuro che le nevrosi e le psicosi ci costringono a vedere e a venirne in contatto.
E' un film profondissimamente leopardiano ma insolitamente sincero. E forse è proprio questa sincerità che disturba più di tutte le famosissime scene di ultraviolenza di fronte alle quali -lo confesso- anch'io non ho potuto non chiudere gli occhi. Da un Artista dello spiazzamento, della Menzogna allo stato puro (fu lui a creare il Dogma 95 per poi negarlo senza pietà alcuna), dell'affabulazione travestita da sviamento, non ti aspetti una confessione in piena regola senza veli.
E così i suoi potentissimi mezzi visionari (come non apprezzare la fotografia, gli accostamenti musicali, gli effetti speciali, la direzione degli attori?) sono totalitaristicamente messi in campo per rappresentare il rantolìo di un uomo che maschera la sua Debolezza Profonda con la sicumera del Grande Artista Assoluto, demiurgo totale di un mondo finto che suggestiona ma che non cambia nulla del mondo reale.
Se non è Arte questa...