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LE CONSEGUENZE DELL'AMORE regia di Paolo Sorrentino

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Woodman     9 / 10  10/08/2013 18:48:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I detrattori di Sorrentino (club del quale anche io ho fatto parte, dovendomi però poi ricredere) farebbero meglio a spostare le loro critiche odiose cariche d'invidia da qualche altra parte.
Arriva l'artista capace di riportare allo splendore il cinema italiano e anzichè incoraggiarlo, provando a fottercene del suo presunto narcisismo - io non l'ho proprio percepito, e sono particolarmente attento nel cogliere segnali- ci si lancia contro di lui dicendo che è un megalomane che crede di far chissà che cosa (vero bravi giornalisti di Nocturno?)
Semplicemente Sorrentino è consapevole di essere assai dotato e creativo. Lo dico poi nonostante anche io tempo addietro pensavo che fosse un gran ciarlatano presuntuoso. E' in realtà un regista che va tenuto d'occhio, seguito e incoraggiato. Un regista che va riconosciuto per quel suo talento sempre più crescente, nell'imbastire immagini e vicende dai toni puliti e simmetrici, figurativi e stoici.
Il suo secondo film (ed il primo che vidi) rappresenta l'inizio del rinnovamento. Davvero si assiste ad una pellicola italiana (e soltanto secondo opus di un regista giovane) capace di confronti con il cinema di Antonioni e Bertolucci. Si parla di stile, di visione, di ideologia, di intellettualismo (ahimè, e qui posso capire chi vi si accanisce) ma anche di tematiche GROSSE quali la solitudine e l'incomunicabilità.
Nel finale mi ha tanto ricordato il cinema della Campion, sempre in bilico sul filo sottile che separa il sublime dal ridicolo involontario (involontario?).
Assistiamo ad un connubio ottimo fra recitazione, sceneggiatura, musiche, il creare tensione, il creare spavento, sgomento, l'innescare malinconia e empatia. Perchè il povero Titta Di Girolamo è uno, nessuno e centomila. Proprio come tutti noi. Un personaggio scritto da d.io, affidato ad un ammaliante e glaciale performance di un Servillo premiato con un bel David.
Efficacissime le riprese in soggettiva, buona alternanza di montaggio frammentato, lento, o frenetico.
Film gelido e anomalo nel panorama del contemporaneo italiano.
Da vedere per comprendere come forse ritorneremo a brillare, noi, che al cinema per primi abbiamo dato energia e che di quel cinema abbiamo fatto forma d'arte, portandolo a vette sempre più alte di immaginazione, con una passione unica. Noi che eravamo fra i massimi esponenti della settima arte, noi che dagli anni '80 siamo precipitati fra i più inutili riciclatori di mode e cultura popolare nel più basso senso dei termini.
Un rilancio. Ce la possiamo fare. Sosteniamo Sorrentino.
Notevole la Goodwin, vecchia leggenda fra i cosiddetti attori di fianco.

"E' il mio migliore amico"
"Ma perchè lo vedi ancora?"
"No. Non lo vedo, non lo sento da vent'anni.."
"Ah beh, allora mi sembra arduo definirlo il proprio migliore amico, no?"
"E invece lo è."
"Vabbè ho capito, è il tuo amico immaginario, come ce l'hanno i bambini, quello a cui dici tutte le cose che non dici a me?"
"Dino Giuffrè è il mio migliore amico e basta. Quando si è stati amici una volta lo si è per tutta la vita"

Nessuno può immaginare la pelle d'oca che mi ha assalito in questo punto (e nella scena delle "spiegazioni" a Nitto). E vogliamo parlare dell'ultimissima scena sulle montagne?

Grandioso.
elio91  10/08/2013 20:41:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel commento, concordo in pieno. Specie su chi vorrebbe Sorrentino presuntuoso e quant'altro: sono anni che abbiamo autori senza personalità, per una volta che ne esce fuori uno come un terremoto dobbiamo pure fare gli snobbettini del piffero.
W Sorrentino!
Woodman  12/08/2013 10:16:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Assai bello anche il tuo, purtroppo Sorrentino non va a genio a molta gente, anche se le motivazioni vere e proprie non le riesco a capire. Recepisco solo INVIDIA. Specie da parte di molti cinefili, e Sorrentino dice di non sentirsi (od essersi sentito) affatto cinefilo, ritenendo la cinefilia alla lunga sterile e grigia. Lui è solito parlare di ossessione, no? "C'è di meglio a cui ossessionarsi".
Credo che tutto si spieghi in tal senso, cinefili vs Sorentino ma è un po' ridicolo, no?
La cosa che tutti loro fan finta di non vedere (vai a leggere le recensioni di "La grande bellezza" fatte da quelli di Nocturno. Fan piangere.) è che Sorrentino prosegue la sua carriera fra altissimi e medio-alti, sempre evolvendosi, mai riciclandosi. Dialoghi, sceneggiatura, personaggi.. Sono semplicemente i suoi personaggi. Il suo universo. E per me è meraviglioso.
E per la miseria, non è così che un regista dovrebbe fare?
Proprio per questo suo progetto di crescita continua, per questa sua assenza di stanchezza, o di allori o di specchi, fra un po' di anni un paragone con Kubrick non sarà affatto azzardato, ne sono convinto.