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SUSUK regia di Amir Muhammad, Naeim Ghalili

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Ciaby     7 / 10  14/04/2009 12:15:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo l’interessante ma non troppo riuscito “Chermin”, la Malesia torna nel campo dell’horror con questo “Susuk”: fascinoso e raffinato film horror che indaga il potere della bellezza femminile vista come maledizione.
Nulla di originale, vero? E vi sbagliate! “Susuk”, nonostante la presenza di un fantasma capellone, non è la classica ghost-story, ma forse non è nemmeno una ghost-story: qui l’orrore nasce dal suggerimento, dalla paura interiore di invecchiare o di trasformarsi. “Susuk” affronta il disagio di donne e uomini che vedono le proprie ambizioni sotterrate dall’aspetto fisico.
La messa in scena del film è senza dubbio inquietante, ma al contempo incredibilmente raffinata. La fotografia satura e brillante è un altro punto in più per un film interessante e coinvolgente, che ha solo nella sceneggiatura la propria pecca: più la storia scorre e più diventa complessa, così complessa da perdere più di una volta il filo del discorso.
E il finale diventa quasi incomprensibile, seppur realizzato ottimamente e partito da un ottima idea. In fin dei conti, però, “Susuk” è un ottimo film, che dimostra che ormai qualsiasi paese del Sud Est Asiatico è in grado di mettere in scena la propria visione d’orrore, magari facendo ricorso a qualche credenza folkloristica: se in Thailandia il chiodo fisso è il coffin, ovvero la bara dei morti (che appare nell’orrido “Seven Days In A Coffin” e in “The Coffin”, che devo ancora visionare), in Malesia c’è il trattamento di bellezza o lo specchio (come accadeva in “Chermin”): l’aspetto fisico, quindi. L’orrore nascosto dentro di noi.