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ANGELI VIOLATI regia di Koji Wakamatsu

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  16/02/2012 10:53:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La serie di fotogrammi introduttivi è annunciatrice del disagio di un uomo,probabilmente affetto da impotenza.
In un dormitorio occupato da infermiere il folle scatenerà il terrore torturando e uccidendo le giovani.Un'unica location per lo sfogo di un impulso misogino che presenta alcuni punti di contatto con "The Embryo hunts in secret",precedente opera del regista nipponico.Dialoghi ridotti all'osso e una moltitudine di simbolismi e metafore più o meno intuibili corredano la pellicola in cui gli angeli di bianco vestiti vengono sterminati dal male da loro stessi invitato ad entrare.
Di certo la furia omicida dell'uomo porta con sé sottotesti sociali,uno probabilmente rivolto al ruolo della figura femminile nell'ambito domestico, e un altro di natura politica,attinente al periodo storico come suggerito dalle sequenze che chiudono la pellicola.
Nonostante le violenze del cinema moderno siano ben più esplicite "Angeli Violati" è tutt'ora un film disturbante,intriso di un malessere che rende la pellicola ardua da digerire.
La relazione del connubio amore/morte è incorniciata attraverso un bianco e nero squarciato raramente da brevi sequenze a colori,momenti energici per fissare l'orrore della violenza espresso attraverso lo spargimento del sangue e l'utopia romantica della fuga, con probabilmente quella che è solo una figura sognata,bramata ma esistente solo nelle visioni dell'assassino.
Wakamatsu dà sempre l'idea di compiacersi nello sbandierare scene estreme soprattutto per l'epoca,eppure scavando in profondità non si può evitare di ammirare l'elegante finezza concettuale dell'autore,bravissimo nel porre un accento contorto su determinati temi ed allo stesso tempo dotarli mediante l'inasprimento di un'elevatissima forza d'urto.