Prof 7 / 10 21/06/2009 09:51:15 » Rispondi Livido, brutale, soffocante nel suo realismo postbellico. Dipinge una realtà che istintivamente ciascuno di noi sarebbe portato ad aborrire, ma accoglie imprevedibilmente squarci lirici di sincera e purissima poesia.
Due esempi su tutti: il candore disarmante dell'atipico gangster Stanislav (Vuk Kostic, bravissimo!), il motivo unificatore della canzone "Bésame mucho", nostalgica nenia che piace - indistintamente - a tutti, anzi addirittura con il suo struggente romanticismo latinoamericano costituisce un vero e proprio motivo di conforto esistenziale per personaggi a vario titolo devastati dalla vita (che su di loro ha lanciato le sue bombe similmente a come ha fatto il conflitto sulla povera Belgrado), come le due fragilissime figure della mamma di Stanislav o della tenera Ivana, l'infelice figlia di Milutin.