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SUSSURRI E GRIDA regia di Ingmar Bergman

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Ciumi     8 / 10  30/06/2009 17:33:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con uno spietato scavo psicologico, Bergman sviscera l’anima delle 4 protagoniste, rovistando nei loro pensieri, nei loro ricordi, fin dentro alle perversioni recondite dell’inconscio.
Sceglie di rappresentare il film con toni rosso acceso (che lui intende colore dell’anima). Ma è un rosso che non scalda. Tutt’altro. I suoi gemiti, le sue urla e i suoi silenzi gelano il sangue. Lo si potrebbe definire un film sul dolore. Ma l’autore si spinge oltre. Vuole spiare la soglia dell’aldilà, vuole dare voce alla morte, la sente urlare. Poi lascia aperta una fessura di speranza: la pietà (la governante che si concede ad un abbraccio materno), concepita come sola ancora di redenzione.
Ciumi  02/01/2010 08:37:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Oh, sono stato troppo stretto con il voto: 9!