Jellybelly 9 / 10 04/10/2006 10:38:58 » Rispondi Feroce attacco alla borghesia ipocrita e decadente, le cui debolezze vengono amplificate dall'irrealtà della situazione in cui si vengono a trovare: da affettato, cortese e wildiano il comportamento dei "reclusi" si fa cafone e violento, senza possibilità d'uscita. Spietato Bunuel nello scavare in ogni personaggio, metterne a nudo le debolezze per poi colpirle, evidenziandone le miserie. Imperdibile.
antoniuccio 04/10/2006 11:31:21 » Rispondi Se ti piace il genere non puoi perdere assolutamente Gosford Park di Altman, anche perché devi prepararti per commentare la mia prossima recensione (per dicembre!)
Jellybelly 04/10/2006 13:13:47 » Rispondi Ho visto gosford park, ma non m'ha trasmesso nulla...Raffinatissima la realizzazione, ma mi ha lasciato piuttosto indifferente. Mea culpa!
antoniuccio 04/10/2006 17:57:42 » Rispondi No, è successo anche a me. La prima volta che lo vidi, al cinema, alla proiezione delle 22,30, mi ritrovai a sonnecchiare!!!! Dopo una giornata di lavoro, vorrei sfidare! Poi l'ho rivisto su Sky e l'ho apprezzato. Poi ho preso il dvd. A me Altman non piace, ma.... Credo sia un film da vedere più volte per essere adeguatamente valutato. Poi, beh, i gusti sono personali.:-)
frine 05/10/2006 02:16:32 » Rispondi Non credo di dire una cosa nuova, ma la situazione descritta nel film è un collettivo, apocalittico attacco di panico. Uno stato di reclusione che nasce dall'interno, da un disagio represso e nascosto per troppo tempo. L'idea geniale di Bunuel consiste nel mostrarci i personaggi coinvolti _contemporaneamente_nella stessa situazione di claustrofobica impotenza, quasi che questa fosse provocata da una forza esterna, una sorta di demone flagellatore che può essere inteso anche come l'Angelo Sterminatore di biblica memoria.
Jellybelly 05/10/2006 10:51:26 » Rispondi beh, certamente la tua tesi è corretta; va sottolineato però come neanche dall'esterno si riesca ad accedere alla sala. Oltre all'attacco di panico collettivo c'è qualcosa in più, a mio giudizio
frine 11/10/2006 03:03:14 » Rispondi Ammetto di non ricordare tutti i dettagli. Però il panico impedisce qualsiasi movimento, sia verso l'esterno che dall'esterno. Le stanze di una casa sono il luogo privilegiato per questi fenomeni, che ovviamente sono manifestazioni esteriori di un disagio più profondo. Mi viene in mente anche il percorso obbligato descritto ne "La maschera della morte rossa " di E.A. Poe, anche se in quel caso si tratta piuttosto di pura claustrofobia, a sua volta inquadrata in un'atmosfera gotica e orrorifica . Bunuel non mostra alcuna pietà per i suoi personaggi, proprio perché ne disprezza l'ipocrisia e l'odioso perbenismo. A condannarli è la loro stessa, malcelata malvagità. Ma chi è l'"Angelo sterminatore"? Una forza esterna, dalla biblica e inesorabile potenza, ovvero un impulso interno, un inconfessato senso di colpa? Secondo me il film offre una duplice chiave di lettura.
Jellybelly 18/10/2006 22:05:37 » Rispondi Ehi, Anto', ma lei è la Prof. Frine! Grande estimatrice di Omero, Esiodo e Wolfgang Petersen.
antoniuccio 20/10/2006 12:10:16 » Rispondi Ma state amoreggiando da mesi....:-)
Jellybelly 20/10/2006 14:03:17 » Rispondi Abbiamo iniziato scannandoci su Troy. Poi abbiamo scoperto che su tutti li altri film del creato la pensiamo più meno allo stesso modo...