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VITE VENDUTE regia di Henri-Georges Clouzot

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     8½ / 10  14/04/2014 12:54:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Clouzot si discosta dal giallo, i '50 sono una decade in cui si metterà in gioco più volte con testi eterogenei, uno di questi è 'Le salaire de la peur' di Arnaud.
Inizia in sordina, prima lunga parte la dedica interamente alle condizioni di vita degradanti in un villaggio dell'America Centrale, Las Piedras, caldo afoso, vite bruciate dall'alcool nei bar, campano di lavori occasionali, di vincite a carte di prestiti e debiti insoluti, Clouzot si concede una certa prolissità in fondo lo fa per legittimare la scelta generale di accettare un lavoro che ti pone faccia a faccia con la morte, che per questioni di virilità e dello scorrere della noia quotidiana è messa a dura prova abitualmente al bar.
Il testo traboccando di suspance è decisamente nelle mani giuste, l'opportunità disperata di dare una svolta alla loro vita, è condotta magistralmente nella 2° parte, notare anticipando di oltre 20 anni alcune inquadrature di 'Duel' come si sofferma a fotografare i cerchioni dei camion, le buche, la stessa sequenza fatale che colpirà il primo camion è saggiamente non inquadrata, resta solo l'esplosione e il dubbio di cosa può essere accaduto un centinaio di metri più avanti, cosa li aspetti, frutta la suspance, nel suo sottrarre allo spettatore una delle sequenze più forti non disdegna di regalare alcune sequenze spettacolari come il crollo della struttura in legno nel quale stavano facendo manovra. Ottimo il nostro Lulli, debutta la moglie Vera protagonista poi de 'I diabolici'.