Ciumi 10 / 10 12/03/2010 18:03:23 » Rispondi Tutto l’inizio è una lunga, estenuante presentazione. Lì si accumula un cinismo disperato, impaziente, losco: ogni personaggio porta con sé meschinità e un grande fallimento, suo e della propria terra d’origine. E’ questa un’anticamera infernale, un covo assolato di miseria e corruzione, una rimessa di iene spossate in fuga da qualcosa o qualcuno. Un calderone dove, al suo interno, ribollisce una globalizzazione di reietti spietati. Introduzione straordinaria, che contiene in quell’ambientazione torrida e impolverata già sequenze di rara suspense, confronti tesissimi che sembrano anticipare certi momenti del cinema di Sergio Leone.
Tuttavia, nella seconda parte il film si fa ancora più bello. Assistiamo forse alla più snervante corsa nella storia del cinema: ghiaia, fango, buche, rocce impassibili sono gli occhi di una natura ironicamente indifferente; là dove, meta e percorso, vincono la gara di crudeltà contro gli stessi concorrenti.
Personalità che crollano. Traini che vibrano. “Diabolici”, simili a dannati in viaggio verso l’inferno, miserabili, si denudano. Tutte queste vite vendute che rischiano d’esplodere inevitabilmente: e di là schianti, fuoco, urla, precipizi… mentre altrove, cinicamente, si danza senza fine.