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AGUIRRE FURORE DI DIO regia di Werner Herzog

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amterme63     9 / 10  18/05/2008 12:21:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con questo film Herzog dà maggiore risalto e profondità a quelli che sono i temi e gli stili della sua opera: indagine spassionata e distaccata (ma affascinata) nei meandri della parte scura/irrazionale dell’animo umano, l’incontro/scontro dell’Uomo con la Natura, la follia e l’inciviltà che si nasconde dietro la pretesa umana di ordine e civiltà – il tutto con il suo solito stile fatto di inquadrature e scene chiare e nitide che vanno subito al sodo, il rifiuto dei mezzi narrativi che implicano identificazione o annullamento emotivo dello spettatore nel personaggio. Infatti anche in questo film non c’è un ordine preciso e sequenziale degli avvenimenti; la trama e le scene procedono a scatti, privilegiando rappresentazioni che sintetizzino le forze etiche e psicologiche in gioco, piuttosto che illustrare una vicenda. Viene evitato qualsiasi tipo di movimento drammatico o rappresentativo in sé d’azione. Il film è stato accusato di essere statico. In effetti non si vede quasi mai la causa o l’atto di un certo evento drammatico, ma quasi sempre il risultato (gli indios nemici non si vedono quasi mai, le frecce sembrano partire dal nulla, le morti sono normali quanto un qualsiasi altro gesto), con l’unica eccezione di una decapitazione in diretta. Questa scelta stilistica un po’ estrema è invece altamente funzionale all’intenzione del regista di tenere distanti gli spettatori dalla vicenda e dai personaggi, per farli così giudicare in maniera distaccata e razionale. Herzog infatti è un cineasta molto razionalista, nonostante che sia affascinato dal mondo dell’irrazionale (in questo assomiglia a Goethe, lucido e olimpico ma affascinato dalle vertigini del demoniaco e dell’irrazionale).
Ciò che differenzia Aguirre dai film precedenti è la grande cura che viene data alla scenografia, alle riprese e all’interpretazione degli attori. Basta vedere la scena iniziale, quella dei titoli di testa, per rimanere incantati. Delle riprese magnifiche, accompagnate da una musica sublime, che vanno in maniera diretta a rappresentare il rapporto uomo(piccolo)/natura(aspra, incombente, misteriosa). Siamo sul Machu Pichu ma Herzog ha evitato qualsiasi riferimento da cartolina, proprio per preservare l’universalità della scena e per non “distrarre” lo spettatore dal messaggio che si voleva dare. Tutto il resto del film insiste poi su questo rapporto impari fra la megalomania, le grandi pretese di un manipolo di omuncoli e la maestà selvaggia e crudele della natura, che si fa beffe di loro. La fotografia è incredibile, con alcune “sporcizie” (tipo le gocce di pioggia sulla mdp) che non fanno altro che aumentare il grande realismo e la forza della rappresentazione.
Ciò che differenzia il film è anche la splendida interpretazione di Klaus Kinski, il quale dà un’interpretazione indimenticabile di Aguirre, con i suoi improvvisi scatti d’ira, gli occhi spiritati, la sinuosa e avvolgente maniera che ha nell’imporsi, riflessa anche nel suo modo di muoversi su linee a spirale.
Il messaggio del film è quello di rappresentare la “civiltà” occidentale nelle sue origini, fatte di depredazioni e distruzioni, sete di possesso e di potere senza alcuna considerazione morale. Il tutto però senza alcun compiacimento verso i personaggi negativi. Tutti sono rappresentati in maniera meschina (gente brutale, avida, brutta, sfatta). I rappresentati delle autorità poi sono tronfi e formali oppure inutilmente “puri” e eroici (le figure di Ursua e Inès, deboli e destinate a perdere). Il personaggio che mi ha più colpito è stato quello del frate che in pratica si comportava in maniera contraria allo spirito di ciò che voleva diffondere. Qualcosa di agghiacciante.
Infine il personaggio che sintetizza meglio tutti gli aspetti etici del film, cioè Aguirre. Nonostante la bellezza formale e la dignità che circonda il personaggio, nei fatti è trattato come un personaggio ridicolo e perdente, sbeffeggiato nelle sue troppo grandi pretese dalla Natura, cioè dallo stesso elemento che lui pretendeva di possedere e dominare. Insomma quanto è forte, affascinante e grande una volontà, un animo del genere, ma quanto è distruttivo, nocivo, folle, innaturale e perché no, insignificante rispetto alla vera forza grande, potente, cioè quella della Natura. Sarà sempre lei quella che avrà l’ultima parola. Ci illudiamo di possederla e di dominarla. Quella invece ci si può rivolgere contro e distruggerci, anche perché per Lei non contiamo niente.
Invia una mail all'autore del commento wega  18/09/2008 10:34:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ok, mi dici ora come posso postare un commento sopra il tuo? Comunque è un film pazzesco, quello che chiamo "il mio film del mese", sono rimasto completamente sconcertato da tutti i particolari, anche da come Klinski si gira per guardare che avevano alzato la mano per lui, la sua personalità, che in genere odio profandamente..Ah no, forse se la gioca con "Andrej Rubliov" questo mese. Un capolavoro visionario assoluto.
amterme63  18/09/2008 14:00:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bravo Wega, stai guardando dei film eccezionali. Tu cerca di esprimere lo stesso le tue impressioni, quello che ti è saltato in testa senza paura di nessuno. Ormai hai già una grossa esperienza di cinema. Rubliov è un film difficile ma molto bello. Ci sono ancora alcune scene (come l'uccisione del vescovo) che non mi sono ancora uscite dalla testa.
Invia una mail all'autore del commento wega  19/09/2008 12:53:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Rubliov lo devo rivedere, e la durata non mi spaventa per niente, anzi non vedo l' ora. Non ricordo bene qual' è l' uccisione del vescovo, ma se è quello che è stato bendato, legato alla panca, e versatogli l' olio bollente in bocca con un "Ecco, adesso di sicuro non dirà più niente", be', me lo ricordo benissimo. E' la quasi paradossale sontuosità dei tempi dilatatissimi che mi ha colpito maggiormente, è proprio un film di una maturità straordinaria, credevo si trattasse di una delle ultime opere di Tarkovskji, e invece è solo la seconda?! Non so come immaginare possa essere un "Stalker" o un "Solaris". Con il solito piacere, alla prossima. Ciao.
amterme63  19/09/2008 14:02:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì, la scena è proprio quella. Io e te abbiamo anche le stesse impressioni ... Ciao alla prossima.