kowalsky 7½ / 10 15/09/2010 00:15:49 » Rispondi Ultima, bellissima sorpresa della stagione, "London River" è uno di quei tanti film sulla separazione culturale che vengono realizzati rischiando spesso di perpetuare l'ombra del buonismo. In realtà il regista adotta una scelta coraggiosa, raccontando due vicende parallele di due persone "distanti" e via via accentuando sempre più la loro vicinanza, superata attraverso ogni forma di ostracismo anche razziale e ovviamente culturale. La prestazione di Sotigui Kouyate non è un attore, è un vero e proprio corpo/volto che recita, lo sguardo che reclama una risposta, la faccia meticcia e bellissima che arriva a dire una frase come "io non so chi sia mio figlio". Davvero, è una delle affermazioni più impotenti e commoventi che abbia sentito nel cinema degli ultimi anni. Tutto scorre, anche la scoperta di un amore sovrastato dagli incroci etnici-religiosi, anche il razzismo eluso di chi non può tollerare che un musulmano sia proprietario, a Londra, di un appartamento. Anche i destini incrociati che sovvertono un mondo piccolo eppure doloroso, e la (falsa) liberazione di una notizia benevola connessa a un tremendo nesso temporale (l'importante è che siano GLI ALTRI a dover piangere i propri lutti). Meno riuscito l'incontro ravvicinato attraverso un'attesa comune, ma lo sguardo che cela nell'africano un timore devastante cattura lo spettatore fino a dover reclamare la fine tutto sommato meno amara (cfr. il figlio di Ousmane). Sicuramente uno dei film più intensi dell'anno, nonostante lo spettatore continui a disertare questo tipo di film