"Alla fine del cinema muto si riempirono le osterie di vecchi attori poco fonogenici e dalle tante malinconie, che guardavano il cielo lunatici come dovesse cadere giù, ripensando a quel silenzio magico, quel silenzio che non c'era più, e ai rumori del mondo, antipatici, dispettosi alzavano il bicchiere, e i più romantici svillaneggiavano mostrando il sedere...
Alla fine del cinema muto sulle panchine dei grandi viali, quei vecchi attori bestemmiavano al troppo sole che ha il potere di bruciare le ali, e si perdevano in discorsi accademici sulla storia e il suo occhio di lince, per capire se è vero che chi perde ha torto e che ha sempre ragione chi vince, poi a sera rivestiti da maschere, si accontentavano di illuminare il buio delle sale che non riuscivano a dimenticare..."
("La fine del cinema muto" - Claudio Lolli)
Capolavoro di Billy Wilder. Pellicola che rappresenta ottimamente il cinico mondo di Hollywood ed è anche una sorta di omaggio al cinema muto. Ottima per esempio la comparsa di Buster Keaton, emblema dell'attore distrutto dal sonoro, costretto a giocare a carte in una tetra villa magari bevendo qua e là per dimenticare. Ottimo anche l'impiego di Erich von Stroheim in un ruolo perfetto per lui. Grandissima prova di Gloria Swanson che fa sfigurare un più che buono William Holden. Si potrebbe aggiungere molto altro ma mi fermo. Assolutamente imperdibile per chiunque ami il cinema.