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VOGLIO LA TESTA DI GARCIA regia di Sam Peckinpah

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dobel     10 / 10  10/06/2010 09:29:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film maledetto di Peckinpah! Un film di morte, di degrado, di autodistruzione: la quintessenza della poetica del genio di Fresno. La testa di Garcia... tutti abbiamo una testa di Garcia da portarci dietro in ogni istante. E' il fardello con cui siamo costretti a vivere e per cui il prossimo ci attacca. Gli sconfitti qui si ritrovano in massa nel protagonista interpretato in modo superbo da Warren Oates (pare che Oates facesse ne più ne meno che l'imitazione di Peckinpah); qui l'autore del film diviene la propria opera trasfigurando se stesso non in modo banalmente autobiografico, bensì inserendosi moralmente nella storia. E' un film maledetto (nell'accezione truffautiana del termine): un film eccessivo, nel quale si è voluto raccontare tutto l'essere peckinpahniano. E' geniale e irritante allo stesso tempo, un'opera unica che non credo abbia paragoni: può solo essere citata, ma non imitata. In un momento nel quale il cinema sembra stia ripensando se stesso, e vivendo di citazioni più o meno interessanti (si pensi appunto a Tarantino), un film di Peckinpah è una boccata di ossigeno creativo. Negli ultimi anni ci siamo abituati ad un cinema (parlo soprattutto di quello americano) che sta facendo i conti col passato; un cinema che fa fatica a voltare pagina; un cinema cinefilo che vive di autoreferenza. Il cinema di Peckinpah è l'opposto: è una pagina di diario, una biografia interiore, un istante di vita vissuta, una tappa in più nel viaggio alla ricerca di se stessi.
Ciumi  18/02/2011 21:27:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bello questo tuo commento... Ma vuoi dire che Peckinpah si comportava più o meno come qui Oates? Ahahah, dev'essere stato un bel personaggio allora..
dobel  20/02/2011 18:38:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Era effettivamente un personaggio molto particolare: un artista maledetto, drogato e alcolizzato. Comunque i testimoni affermano che Oates abbia modellato i tratti comportamentali del proprio personaggio su quelli del regista. Un film molto bello ed estremo, comunque come il suo autore.