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AVATAR regia di James Cameron

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Invia una mail all'autore del commento pompiere     4½ / 10  06/02/2011 18:50:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Avatar" č una pioggia di virtualitā che nessuno ha il coraggio di chiamare col suo vero nome, dato l'inconfondibile colore giallo paglierino. Su Pandora, pianeta alieno ricco di cascate che vengono gių dalle montagne Hallelujah (!) sospese nell'aria e di rigogliosa vegetazione, non piove mai.
Neanche una breve perturbazione Atlantica. Eppure, dopo gli oceani d'acqua sprecati in "The Abyss" e "Titanic", si pensava che due goccette artificiali ci sarebbero pure state bene. Per lo meno avrebbero dato quell'impagabile sensazione di pioggia nel pineto, tipica di certe opere di alto valore artistico come questa. …O no?

Nel mare dei marines, nel blu dipinto di blu, Tarzān (nel film in incognito col nome di Jake Sully) č uno che la sa pių lunga. E alta. Paraplegico a occhi aperti e zampettante avatarone ribelle a occhi chiusi, mentre dorme a comando si ritrova solo nella fitta giungla dalla vegetazione verde-blu, a contatto con creature animali verdi-blu (trovatone clamorose queste, tipo l'incrocio tra un rinoceronte e uno squalo martello!), con una popolazione NA'Vi verde-blu, sotto un cielo verde-blu.
Il popolino di Pippi Treccelunghe ha lentiggini fosforescenti che farebbero l'invidia di Candy Candy. Quando calpestano il suolo del loro pianeta, dove evidentemente la raccolta differenziata č iniziata da tempo, si accende una luce brillante, proprio come accadeva a Michael Jackson (bianco-nero, lui) in "Billie Jean". Per far parlare i NA('Ti)'Vi, e allungare il brodino con i sottotitoli che restano in sovraimpressione ben oltre il tempo necessario a leggerli (tanto per non impaurire il popolo bue), Cameron si č scomodato, insieme a un linguista, a inventare un intero vocabolario in codice. Mai tempo fu pių sprecato: sarebbe stato meglio se avesse consultato qualche manuale di cinema.

In questo modo avrebbe evitato di usare l'artiglieria pesante all'interno di una stanza virtuale vuota. Il flusso di energia cosė generato dall'insieme č pari all'effetto di un Mars andato a male: il sapore č cosė forte da lasciare la bocca cattiva e robusti bruciori allo stomaco. La percezione di realtā virtuale č con-fusa con il cinema. Roba da far accapponare la pelle (ormai verde-blu).

Tanti anni passati a scrivere (?) la sceneggiatura per far pronunciare frasi del tipo: "Se sei moscio… Pandora ti caca via morto". Ecco che allora ritorna, assolta, l'idea e la puzza di orina dell'incipit. Quando le risoluzioni narrative passano, data la mancata connessione Wi-Fi, attraverso l'uso di una coda filacciosa e tentacolare per stabilire concatenazioni e legami naturalistico-affettivi, possiamo dire che la corteccia cerebrale č pių che consumata.
Fantastico in tal senso anche "il ballo del tacchino", quando Tarzān cerca di fermare il trattore-ruspa che sta tranciando gli alberelli sacri della foresta. Lo scavo psicologico del suo personaggio, la dualitā che lo tormenta col rischio che qualcun altro prenda in mano il suo destino, si risolve tutto nella sofferta decisione di tagliarsi la barba, dopo una lunga riflessione allo specchio.

Mancano clamorosamente gli approfondimenti sulla bioingegneria, l'ecologia e la sostenibilitā ambientale, la colonizzazione, la ricerca di fonti di energia alternative, e un modo fresco e originale di riproduzione della coscienza in un corpo "altro". Cameron non tradisce le aspettative e presenta un cibo-cinema liofilizzato. Gli scopiazzamenti da altri innumerevoli film sono solo marginali, non serve nemmeno elencarli, tanto sono inutili ai fini del giudizio.
Tutto č bandito a vantaggio di schermaglie trascurabili sulla diversitā della razza, tra bombe esplosive da una parte e frecce e coltelli dall'altra, mentre nell'aria ristagna l'odore del napalm (ma qui ci voleva John Waters con l'ausilio di semplici e geniali odorami). Una guerra espansionista condannata da chi ne ha appena messa in pratica un'altra per spazzare via il cinema bidimensionale, a vantaggio di uno pre-potente.

Flatulenza tecnologica digitale, "Avatar" č un'accozzaglia prodotta da giostrai che riconducono il tutto alla ricerca del vaėno (termine toscano, nda), e che spacciano questo fossile per novitā e avanguardia. Quando ero bambino, al Lunapark c'erano i filmati ripresi dalla prospettiva delle carrozze delle montagne russe: Cameron non inventato niente, l'emozione e il senso di vertigine sono le stesse, il contenuto č anche peggio.

Aprite gli occhi. Tarzān lo ha giā fatto, e "ci vede benissimo".
LaCalamita  16/06/2011 18:52:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quoto tutto,ma proprio tutto tutto

Invia una mail all'autore del commento Jason XI  15/04/2011 16:14:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
caro pompiere, hai sprecato fin troppo tempo per commentare quesra schifezza.... non se lo merita davvero...
Invia una mail all'autore del commento pompiere  15/04/2011 17:03:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
il tempo speso per esprimere le proprie opinioni non è mai buttato ;-)