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TESTIMONE D'ACCUSA regia di Billy Wilder

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amterme63     7½ / 10  10/03/2012 22:10:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Testimone d'accusa" è un solido film di stile classico, basato sulla maestria registica di Wilder e sulle grandi interpretazioni degli attori, Charles Laughton su tutti.
E' il film di Wilder in cui si sentono di più gli echi delle opere di Hitchcock. Infatti in qualche maniera questo film può essere confrontato con "Il caso Paradine" di Hitchcock. In entrambi c'è un avvocato difensore che si prende a cuore le sorti di un imputato, molto di più di quello che il semplice mestieri prescriverebbe, e che alla fine rimane "scottato" dalla mancanza di distacco e freddezza.
I due film hanno in comune tra l'altro la presenza scenica di Charles Laughton.
C'è comunque una profonda differenza fra l'approccio di Hitchcock e quello di Wilder. Quello di Hitchcock è più drammatico e cerca di scavare di più nella psiche dei personaggi, prendendo assai sul serio i loro tormenti. E' poi anche una riflessione morale sull'imperfezione umana e sull'approccio tollerante che occorrerebbe avere nei suoi confronti. E' piuttosto debole dal punto di vista dello svolgimento della vicenda.
Wilder punta invece tutto sullo stile e sullo svolgimento della vicenda. Non gli importa nulla dei moventi o della psiche profonda dei personaggi (trattati in maniera piuttosto superficiale e generica). Quello che conta è la suspence e l'incertezza sullo svolgimento dei fatti. La cura maggiore nel film è rivolta soprattutto ai mezzi tecnici e visivi che governato questo svolgimento. La trama e le scene quindi sono molto cadenzate e curate, prevale inoltre l'approccio teatrale, in quanto più adatto a concentrare l'attenzione dello spettatore sui fatti. Non manca poi lo scioglimento finale a sorpresa, giusto per dare la dovuta soddisfazione alla tensione accumulata dallo spettatore.
Che l'atteggiamento di Wilder verso la materia trattata sia distaccato, di tipo tecnico, da puro mestierante, lo dimostra il fatto che sembra quasi mettersi a giocare con le regole canoniche del genere thriller/noir, inserendoci una massiccia dose di commedia. Ne viene fuori un'opera ibrida, tutta giocata sull'incrocio dei due piani. Le battute molto ironiche e le frasi taglienti si sprecano e in fondo sono il punto forte del film. "E' tutto un gioco", sembra dirci Wilder. Comunque è proprio il fatto che non ci si prende troppo sul serio, ciò che rende superiore e più riuscito il film di Wilder rispetto a quello di Hitchcock.
Il film si regge in pratica tutto sulla magnifica interpretazione di Charles Laughton, qualcosa di perfetto e molto riuscito. Meno convincente (ma comunque notevole) la recitazione di Marlene Dietrich, troppo ingabbiata (come Marilyn Monroe) nei suoi stereotipi rappresentativi. Bravo Tyron Power.
Wilder non rinuncia neanche qui a due suoi cavalli di battaglia: l'uso del racconto indiretto tramite flashback e la battaglia morale fra proibizionismo bacchettone e frenesia dei "vizi" (con la vittoria di quest'ultimi).
Un buon film quindi che si mantiene nei binari sicuri e rodati dello stile classico e che si eleva dalla norma solo grazie alla recitazione di Laughton.