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TESTIMONE D'ACCUSA regia di Billy Wilder

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ULTRAVIOLENCE78     8 / 10  16/09/2009 17:08:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un ribaltamento rispetto alla prospettiva contenuta ne “La fiamma del peccato”. Se in quest’ultimo lo sguardo di Billy Wilder si mostrava impietoso nei confronti della donna, presentandocela nella veste di una “femmina” fatale e letale, consacrata ad una egoistica ambizione e consapevolmente avversa all’amore («No, io non ti ho mai amato, non ho mai amato nessuno. Sono guasta dentro.»); in “Testimone d’accusa” i ruoli si capovolgono: qui è l’uomo ad essere cinico, calcolatore, opportunista e maligno; mentre la donna è vista come un oggetto plasmato dalla volontà del primo, cui ella dedica il proprio sacrificio in nome di un amore cieco e sconfinato.
Ad interpretare la protagonista è proprio Marlene Dietrich, "femme fatale" cinematografica per antonomasia, la quale viene spogliata di quella negativa caratterizzazione, con cui von Sternberg la rese diva, per assumere invece l’immagine antinomica di donna “mizoguchiana” (cfr. “I racconti della luna pallida d’agosto”), integralmente votata al bene della persona amata. Riabilitazione della femmina e demolizione del maschio? Poco importa: se per osmosi la malvagità passa dall’una all’altro, il risultato comunque non cambia perché si giunge pur sempre al reciproco annientamento. Da questo perverso gioco al massacro uscirà sconfitta anche la figura simpatica dell’avvocato, il cui acume non potrà niente contro la fitta trama di inganni e dissimulazioni originata dalla malignità umana.
Un giallo elegante ed ironico anche se, quanto a “suspence”, non all’altezza de “La fiamma del peccato”. Tuttavia, il colpo di scena finale è indiscutibilmente superlativo.