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TESTIMONE D'ACCUSA regia di Billy Wilder

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Dom Cobb     9½ / 10  23/11/2018 00:27:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un illustre avvocato, di età avanzata e con problemi di salute, decide di assumere la difesa di un uomo accusato di aver ucciso una ricca vedova, convinto della sua innocenza. Tuttavia, non riesce a scrollarsi di dosso la sensazione che in tutta la faccenda ci sia qualcosa di strano, ed è convinto che ciò abbia a che vedere con l'ambiguo comportamento della moglie dell'accusato...
Un altro capolavoro si aggiunge alla filmografia del poliedrico Billy Wilder, che qui torna al genere che evidentemente gli riesce meglio gestire, ossia il giallo, e in questo caso particolare il dramma giudiziario, basato nella fattispecie su un'opera teatrale di quella che è forse l'autrice di gialli più famosa della letteratura, Agatha Christie. Dall'unione di questi due talenti è matematicamente impossibile che ne esca fuori qualcosa di quanto meno memorabile, e infatti il risultato viaggia su vette altissime dall'inizio alla fine.
Il film presenta tutte le tipiche caratteristiche dei migliori gialli dell'autrice, dal mistero impossibile da decifrare fino al momento in cui ci viene mostrata la soluzione ai protagonisti onesti e dal brillante intelletto, seppure anche loro con dei piccoli difetti di carattere; e Wilder ci mette ovviamente del suo, con frequenti tocchi del suo inconfondibile umorismo, a tratti davvero irresistibili.


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La vicenda viene inoltre resa credibile da una schiera di attori in stato di grazia, fra cui spiccano un simpaticissimo Charles Laughton, Tyrone Power nel suo ultimo ruolo e l'ancora sensuale Marlene Dietrich, qui più fredda e distaccata del solito. Il loro affiatamento, unito alla frizzantezza dei dialoghi, mantiene alta l'attenzione fino alla fine, complice anche il tono relativamente leggero assunto dalla narrazione e il progressivo complicarsi del caso fino a quella che pare la sua naturale conclusione. A ciò si aggiunge una messinscena elegante e impeccabile, com'è consuetudine attendersi ormai da un maestro come Billy Wilder, e il gioco è fatto.
Però non finisce qui, e infatti è con il colpo di coda finale che il film riesce ad andare oltre le convenzioni del genere e a sollevarsi a un altro livello: la Christie, e così gli sceneggiatori che hanno adattato il suo lavoro, mica si accontenta di un solo colpo di scena, né di due. Negli ultimi minuti se ne susseguono ben tre, uno più spiazzante dell'altro, tutti capaci di sconvolgere quanto visto finora e far vedere ogni evento sotto una nuova luce. Non oso svelare cosa accade in questo finale, dovrete scoprirlo da soli; e anche se in definitiva manca la tensione costante e palpabile de "La parola ai giurati", si viaggia più o meno agli stelli livelli in termine di sceneggiatura, regia, attori e livello tecnico.
L'ennesima perla del suo genere, che sebbene a differenza dell'esordio di Lumet si limita ad essere puro divertissement, si rivela comunque un "whodunit" di gran classe, un'opera di intrattenimento di tutto rispetto e privo di ogni difetto.