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FLASH OF GENIUS regia di Marc Abraham

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Mauro@Lanari     8 / 10  17/01/2021 05:08:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La disfatta del problem solving
(Un grazie a Orietta e Fabio)
Un debutto di portata epocale. L'esordiente Abraham si lascia alle spalle gl'inconsistenti entusiasmi di Coppola ("L'uomo della pioggia", 1997; "Tucker - Un uomo e il suo sogno", 1998) e si catapulta oltre "A Civil Action" (1998) di Zaillian e "Michael Clayton" (2006) di Gilroy. Da Zaillian riprende l'idea del biopic etico, da Gilroy la portata metafisica della disfatta. One man show: non solo contro la multinazionale di turno, ma contro moglie, famiglia, soci, patrocinatori legali, lavoro e soprattutto se stesso, la propria salute mentale ancor prima di quella fisica. Donchisciottismo da perdenti completamente consapevoli, contro la totalità cosmica e nella piena coscienza che vincendo la singola battaglia si contribuisce a perdere la guerra. I cinque minuti del piano sequenza finale con Clooney disincantato e privo d'ulteriori illusioni sul taxi senza meta, qui vengono dilatati ed estesi all'intera durata del film. Ogni elemento è sommesso e dimesso: fotografia in penombra, sceneggiatura in penombra, comprimari in penombra, in penombra pure il protagonista, un immenso Kinnear. Circa una dozzina d'anni di spietata e impietosa agonia nell'inseguire Giustizia e Moralità ch'esigono e ottengono solo sacrificio, l'impossibilità di svellersi, trascendendola, l'indole personale, l'atroce condanna alla fedeltà verso il proprio destino. Ci sono dei combattimenti deleteri verso vita ed esistenza poiché, come specificato in questo caso, si ricorre al pensiero creativo, all'intuizione geniale, alla capacità inventiva, alla coscienza aurorale ch'eruttano a dismisura più problemi di quanti se ne vorrebbero risolvere. Quasi che la conoscenza del negativo non possa non esacerbarlo almeno fin'al subentro d'una qualche forma ignota d'ingenuità di ritorno. Quand'è che l'intelletto smetterà di mostrarsi il modo forse più crudele d'accanimento terapeutico? S'è provato col logos sillogistico/deduttivo aristotelico, poi con l'induzione della scienza e delle sue inferenze ampliative, e al termine del 1800 con l'abduzione. Invece: un fulmineo lampo d'ingegno? L'accecamento quasi completo d'un occhio. Abraham si sofferma sulla morte, ma non più tanto dell'arte (Dickens, letteratura, cinema), quanto del tipo d'intelligenza che ne è all'origine, quell'attività psichica che insulsamente è feconda, creativa, concepisce e partorisce idee quanto l'utero della coprotagonista coi suoi 6 figli "secondo tradizione".