paride_86 4½ / 10 16/08/2009 18:36:55 » Rispondi Davide Ferrario, regista dichiaratamente ateo, affronta in "Tutta colpa di Giuda" la passione di Cristo ambientandola in un carcere e prendendo lì spunti e attori. Il problema di questo film è la premessa di fondo - ripetuta anche nella martellante canzoncina -, ovvero il parallelismo tra Gesù e i carcerati (come Gesù sono stato condannato/ non avevamo un buon avvocato/ [...] tutto per colpa di Giuda). Io sono agnostico e credo di essere obiettivo se dico che mentre Gesù era veramente innocente quando è stato arrestato e giustiziato, non si può certo dire lo stesso per spacciatori, rapinatori e assassini. Chi sarebbe il loro "Giuda"? Lo stato che li tiene dentro? Il film è tutto impregnato di una retorica buonista che presenta i carcerati come vittime: condizione accettabile solo se si facesse almeno un minimo riferimento al pentimento per i crimini commessi. Sul fronte religioso, poi, presenta la solita diatriba progressisti conservatori: ci risiamo! Una fede religiosa non si può cambiare: se ti piace l'accetti, se non ti piace ne scegli un'altra in cui ti riconosci meglio (oppure scegli di essere ateo/agnostico). Ma non si può pretendere di modificare un credo: la religione non è democrazia, ma dogma. Guardando questo film mi è ritornato in mente quando Jovanotti cantava "io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa/ che parte da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa/ passando da Malcolm X attraverso Gandhi e San Patrignano": ecco, "Tutta colpa di Giuda" ripropone lo stesso qualunquismo. Nonostante tutto devo ammettere che le prestazioni del cast sono state superiori alle mie aspettative, compresi i carcerati veri; un ruolo piccolo e inutile è stato riservato, invece, per Luciana Littizzetto: che spreco.