Njósnavélin 9 / 10 17/05/2009 13:07:04 » Rispondi Un giovane e carismatico insegnante di storia, tossicodipendente per fuggire dalle delusioni di una vita squallida e deprimente, e una ragazzina del ghetto, matura, ma circondata da delinquenza e criminalità, si incontrano, e percorrono, insieme , la strada del fallimento. La scoperta fortuita della tossicodipendenza dell’insegnante crea un rapporto di complicità tra i due. La ragazza vede nell’insegnante colui che la può liberare dallo squallore della sua esistenza; lui vede nella ragazza la possibilità di salvare una vita. Purtroppo i contrasti, che Dan insegna sono alla base dei grandi cambiamenti, si presentano forti anche nella sua esistenza: la consapevolezza di dover dare l’esempio, il desiderio di proteggere la ragazza da un ambiente corrotto e pericoloso, si scontra con la debolezza, alimentata dalle continue delusioni che la vita gli riserva. La sofferenza che circonda i due protagonisti è palpabile in ogni fotogramma, complici l’utilizzo della camera a mano e la coinvolgente interpretazione di Ryan Gosling. La caratterizzazione di entrambi è ottima, lo squallore di due vite mediocri viene presentato con rara incisività: i frammenti di quotidianità ripresi mostrano la solitudine come unica difesa ad un mondo che va avanti per inerzia, che non fa nulla per sollevarsi dalla desolazione da cui è sommerso. Gli unici contatti con questo mondo si rivelano fallimentari, palesano superficialità (vedasi l’incontro con le ragazze in discoteca), incuranza (gli scambi di battute con gli altri insegnanti, incapaci di ascoltare le sue richieste di aiuto) e disillusione (il rapporto con i genitori, attivisti liberali contro la guerra in Vietnam, ora rassegnati ad una triste esistenza). L’incontro con Drew infonde fiducia, dà ad entrambi l’ illusione e la speranza di potersi risollevare, ma il fallimento è dietro l’angolo. Solo dopo aver toccato il fondo
di forte impatto l’incontro dei due nella stanza del motel: musica coinvolgente dei Broken Social Scene, un gioco di sguardi, dal quale si intuisce la disperazione estrema e l’ammissione della sconfitta, e lo sbattere della porta, che sembra sancire la fine di tutto.
si riesce a trovare la forza necessaria per reagire, e sorprendentemente è Drew a trascinare con sé l’insegnante. Perfetto il finale:
nessuna redenzione, nessun discorso moralizzante, soltanto un gesto, il radersi la barba, a simboleggiare il taglio con il passato, e una luce nuova negli occhi di entrambi; il cambiamento è possibile, nasce da forze irruenti, ma è lento e graduale.
Ciò che ho apprezzato maggiormente, oltre alle interpretazioni dei protagonisti, è l’assenza di retorica, la rappresentazione, partecipata, di uno squarcio di vita che non ha nulla di sensazionale e scandaloso, ma che proprio per questo ci avvicina in modo preoccupante al protagonista. Il punto di forza della pellicola non è certo nella sceneggiatura, ma nella capacità di creare una empatia con il protagonista, e in questo le scelte del regista hanno il merito di riuscire a farci entrare, di nascosto, nella sua vita, nel suo mondo. Una nota di merito anche alle musiche, che sottolineano con cura e delicatezza le scene più emozionanti.
Preciso di aver visto il film in lingua originale, non sono in grado di esprimermi riguardo il doppiaggio, ma è probabile che abbia minato uno dei punti forti del film, ovvero le interpretazioni dei due attori protagonisti. Consiglio quindi, come del resto per qualunque film, di vederlo in lingua originale.