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L'INFERNALE QUINLAN regia di Orson Welles

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     9 / 10  20/02/2008 22:56:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Chi è che comanda? La legge o il poliziotto?" (cit.)


Ho avuto modo di rivedere dopo anni il capolavoro di Welles e il mio stato d'animo è attraversato da emozioni diverse. E' sempre un immenso apologo sulla corruzione del potere (e mi meraviglia vedere che pochi si soffermano sul "clan" di Quinlan, su quell'ambigua ammirazione che incute timore e inconscio desiderio di essere come lui, che non rende i "colleghi" meno colpevoli di lui) ma a tratti il virtuosismo tecnico sembra predominare su certe enfatizzazioni recitative che, col tempo, forse risultano eccessivamente sopra le righe.
Tuttavia è straordinaria la vena amara - il senso di fallimento di morte di sconfitta - che regna nella brutalità di Quinlan, un personaggio degno dei migliori noir letterari, e lasciano ancora a bocca aperta le innumerevoli trovate tecniche e stilistiche del Welles regista: l'aver introdotto il sottofilone della delinquenza giovanile (cfr. i nipoti del messicano Grandi) o la tematica razziale e la tossicodipendenza in un contesto classico è un'intuizione degna solo di un Genio.
Il pathos che reca il film ancora oggi è fuori discussione, appena smorzato da un finale dove le cose sembrano procedere troppo in fretta, almeno in fase di montaggio, quasi come le strane indagini dell'ineffabile capitano della polizia.
I fans di Psycho ritroveranno pane per i loro denti in un motel con tre anni di anticipo rispetto a Norman Bates, mentre il personaggio della Dietrich. la conturbante Tanya, è assolutamente funzionale al tema del film, rea di essere l'unica individualità fedele fino in fondo al protagonista, e in fin dei conti di comprendere la sua crudeltà: straordinaria.
Strepitoso il piano sequenza iniziale, dove la tensione è placata dalla tranquilla ruotine di una cittadina di confine, e assolutamente carismatica l'entrata di Welles, quasi un "ultracorpo" al quale molti devono rispetto, stima e una dose inesprimibile di timore
Invia una mail all'autore del commento Aliena  22/02/2008 23:17:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
come già ti avevo scritto in risposta sul forum
la recitazione che welles fa assumere dai suoi personaggi nei film
è volutamente allucinata
(e il termine non è farina del mio sacco)
perchè alla fine orson gioca con il cinema
sa perfettamente che quella sullo schermo è finzione
e la enfatizza
la rende come un incubo
dove gli attori si muovono estraniati (e deformati dal grandangolo)
in un mondo che non esiste
amterme63  21/02/2008 09:27:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Forse hai ragione tu a proposito del personaggio di Tanya, è funzionale alla storia. Solo che a me danno fastidio i "divi" che si atteggiano a "divi" nei film. E qui la Dietrich entra in scena come se dicesse: "eccomi, sono Marlene Dietrich", insomma secondo me rappresenta più se stessa che il personaggio di Tanya. Che dire: ammirevole, bellissima, ma una reale "Tanya" sarebbe stata così? Forse sbaglio io nel cercare il "reale" in un film di genere e che vive quindi più di convenzioni che non di fatti.
Poi tu dici che lei è l'unica che "comprende la crudeltà" di Quinlan. Ecco mi spieghi cosa ha compreso? La solitudine? E' questa la molla per il comportamento non ortodosso (per me inaccettabile - guarda il fango immeritato che butta sulla moglie ingenua di Vargas) dello "spregevole" Quinlan? Certo che un film non deve dare risposte, ma sollecitare domande. Ma qui secondo me gli elementi per aiutare lo spettatore a "spiegare" Quinlan sono molto scarsi, peggio assai che in Quarto Potere. Allora mi sorge il sospetto che Quinlan sia solo funzionale ad una rappresentazione scenica, che sia nato così solo per funzionare da "personaggio" più che da persona, il tutto per dare la possibilità a Welles di mostrare le sue straordinare geniali doti di attore e regista. "Bene" e "male" sembrano a me qui più delle categorie astratte, più che fatti concreti di vita umana. Rimane senz'altro la denuncia politica della corruzione della società americana. Solo che vorrei vedere "Il seme della violenza" per poter giudicare l'efficacia della rappresentazione della gioventù che dà questo film. Scusami Luca se approfitto della tua pazienza, ma con te mi piace molto discutere di cinema.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  21/02/2008 14:06:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sei proprio un fan di welles...tuttavia credo che essendo un noir (anche se poco tradizionale) qualche sollecito decifit in chiave sociale sia comprensibile. Tanya è un personaggio da noir, un personaggio in chiave ironica che richiama alla mente le Veronika Lake e le Lauren Bacall classiche, ovviamente c'è un discorso anagrafico da fare (la Dietrich aveva già 56 anni). Non credo sia "astratto" questo piccolo universo di servili signorotti che assecondano Quinlan, sulla cui "bravura" presunta di poliziotto è lecito avere molti dubbi... oltretutto c'è tutta la realtà romanzata della vicenda, per cui Welles utilizza un film che ha un forte impatto sociale e al tempo stesso è molto "astratto" (in questo senso) come dici tu... v. la verità celata sulla morte della moglie di Quinlan (che nessuno sa veramente come sono andate le cose) o il concetto di giustizia americana che manda sulla sedia elettrica persone che probabilmente erano innocenti Insomma, non penso che bisogna aspettarsi un realismo assoluto nè una realtà completamente romanzata, ma un film che è una via di mezzo tra le due cose. Quanto al filone giovanile-delinquenziale, ci sono anche diversi film europei che affrontano le stesse tematiche e giuro a volte certe sequenze mi hanno ricordato quei film tipo "peccatori in blue jeans" di Carnè o il "nostro" "La notte brava" di Mauro Bolognini. Del resto Welles era un onnivoro a tutto campo, e probabilmente ha trovato influenze anche europee per inserire certe tematiche
amterme63  21/02/2008 15:33:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sinceramente io non sono fan di nessuno. Cerco sempre di guardare i film dimenticandomi la "fama" di chi li ha diretti o di chi li recita. Chissà, forse è un difetto. Per il resto mi hai fatto capire molte cose di questo film e ti ringrazio.