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IL GRANDE SONNO regia di Howard Hawks

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adrmb     8 / 10  31/12/2019 13:50:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il noir definitivo. Hawks, uno dei padri per antonomasia del decoupage classico, piega il suo stile registico in questa sua incursione nel genere noir, conferendo estrema chiarezza e fluidità alla storia che presenta sì un intreccio abbastanza contorto (ma non troppo più a mio avviso di altre pellicole come 'Il mistero del falco') ma gli eventi che si susseguono sullo schermo sono resi con un coinvolgimento unico, tanto che la cosa finisce per non pesare e frustrare.
Comunque oltre alla regia pulitissima, estremamente calibrata al millimetro e con pochi e funzionalissimi alla narrazione movimenti di macchina (alla fine, l'unica cosa che tradisce il film dal non essere uscito dagli anni '30 è la presenza della profondità di campo istituzionalizzata da babbo Welles, come nella scena dell'esibizione al Cabaret), ho apprezzato assai anche come uno dopo l'altro il film tocchi tutti i topoi del noir, dall'atmosfera urbana, notturna e piovosa magistralmente resa (sì, il film ha un fascino pazzesco), all'enfasi per le riprese in interna, una Lauren Bacall nel ruolo di una delle dark lady più magnetiche e seducenti che il genere ricordi (ma non è l'unica donzella, se si contano anche la sorella minore e la libraria la cui scena con Boogart pure nei suoi tre minuti riesce magnificamente a bucare lo schermo), la storia d'amore, struggente, ambigua sardonica: imposta dalla Warner non cade mai nella stucchevolezza, anzi, s'inserisce perfettamente nell'atmosfera del film, sarà per merito dei dialoghi sempre brillanti. Il fatto che la sessualità e l'amore, causa codice di Hays, non potessero essere trattati esplicitamente conferisce molta raffinatezza alle battute che pure devono inventarsi stratagemmi nascosti per passare la censura. Da qui in generale questo alto livello di scrittura della Hollywood classica che per me inevitabilmente è andato a perdersi. Alla fine l'unica cosa che manca è la "wilderiana" voce narrante, ma si chiude un occhio volentieri.
A ciliegina di tutto per me l'interpretazione di Bogart, che riprende sempre lo stilema di Sam Spade del mistero del falco a mio avviso andando però a migliorarlo e infondendogli più carisma. Forse l'unico difetto è che per quanto carismatico sia non va a discostarsi troppo da uno stereotipo e in generale vanno a mancare profondità e drammaticità (come da romanzo, a quanto ho capito). Sempre da romanzo Hawks parrebbe aver tolto un contenuto di stampo più "sociale" legato al decadimento morale della famiglia Sternwood, ma va benissimo anche così, con la storia ridotta a un formato di puro intrattenimento. E che intrattenimento...

Ohibò comunque ottimo film, gli manca tanto così per me per essere al livello di 'Double Indemnity'.