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CASABLANCA regia di Michael Curtiz

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Dom Cobb     9 / 10  27/06/2018 19:12:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A Casablanca, unico passaggio per i fuggitivi dall'Europa in piena Seconda Guerra Mondiale, tutti conoscono il "Rick's", lussuoso locale gestito dal burbero Rick Blaine; un giorno, proprio lì capitano il patriota Victor Laszlo e la moglie Ilsa, quest'ultima vecchia fiamma di Rick, entrambi intenti a sfuggire alle forze tedesche presenti in città e in cerca di una via di fuga. Fra tensioni e nostalgici incontri romantici, spetterà proprio a Rick giocare un ruolo fondamentale nella riuscita dell'impresa...
Se qualcuno è in cerca di un film che più di tutti gli altri esprima, a livello di tecnica e di contenuti, la quintessenza del cinema hollywoodiano tipico degli anni '40 e, in generale, di tutta l'era classica, è molto probabile che la maggioranza punti a qualcosa come "Casablanca". Dopo averne sentito tessere le lodi per anni, è naturale per qualcuno come me domandarsi come mai un film simile possa aver lasciato nell'immaginario collettivo una traccia così indelebile da spingere molti ancora oggi a riguardarselo con estremo piacere.
La risposta, per quanto mi riguarda dopo la visione, è lampante e duplice: per metterla in modo puro e semplice, il film in questione rappresenta uno di quei rarissimi casi in cui tutto, dall'estetica alla struttura narrativa ai dialoghi e alle interpretazioni, si incastra perfettamente a vicenda e scorre via con fluidità impeccabile. La confezione elegante, garantita dalla notevole fotografia di Arthur Edeson e da un'impressionante cura per i dettagli da parte di costumisti e scenografi, riesce a evocare grazie all'ambientazione strettamente collegata agli eventi storici e politici del periodo un certo non so che di "glamorous", mentre la sceneggiatura miscela abilmente elementi di romanticismo, dramma, thriller noir e avventura in maniera incredibilmente bilanciata. Fra loschi figuri, perfidi agenti nazisti, case da gioco luoghi di ritrovo per gente di ogni risma e quant'altro, si passano in rassegna tutti gli stilemi di un certo tipo di narrazione classica che, sotto altre spoglie, continuano a sopravvivere ancora oggi, dopo tanti decenni.
A questo si aggiunge inoltre il cast: se già Humphrey Bogart aveva avuto modo di farsi notare in precedenza nel ruolo del protagonista ambiguo, moralmente grigio ma in fondo con un suo codice etico, qui tutto ciò viene ulteriormente arricchito di sfumature che lo rendono l'ideale archetipo dell'eroe romantico, dalla scorza dura ma dal cuore d'oro. Ingrid Bergman gli si affianca e insieme i due fanno scintille, confermandosi come una delle coppie più iconiche e naturali della storia del grande schermo; ed è proprio la loro alchimia ad elevare il già pregiato materiale di partenza fino a farlo diventare l'emblema per eccellenza di un certo tipo di cinema elegante e colmo di passione che ormai è completamente morto. La relazione fra i due rimane nei soliti confini del periodo, ma sia i sagaci dialoghi, pregni di battute diventate iconiche,


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che le interpretazioni dei due concedono al tutto quella dimensione in più che suggerisce tutto ciò che è stato e non sarà più: sebbene a suo modo melodrammatica, una relazione molto umanizzata.
A tal punto sono affiatati i due protagonisti da mettere in ombra tutti gli altri, e lo stesso si potrebbe dire del resto del film: senza questi due protagonisti e senza questi due attori, "Casablanca" non sarebbe diventato il successo che è, ed è indubbio che proprio loro rappresentino l'elemento che più di tutti gli altri è rimasto scolpito nel cuore del pubblico. Perfezione formale e una sceneggiatura fluida e senza fronzoli si uniscono sotto una regia ferrea e solida: non posso far altro che accodarmi alla lunga fila di estimatori e dichiarare il prodotto finale il gioiello della corona nella filmografia di Michael Curtiz.