caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA FIAMMA DEL PECCATO regia di Billy Wilder

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     9½ / 10  24/08/2014 16:53:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Da un testo di Cain, a sua volta rielaborato da Chandler e messo in scena da Wilder... ne fa l'eccezione alla regola, o meglio all'assioma che nel cinema la riuscita di una pellicola non e' mai una questione di aritmetica quanto di chimica.
è il film che giustificherebbe la nomenclatura 'maestro' per il resto dei suoi anni, è il salto di qualità dalle brillanti commedie ad un cinema totale, che gli permetterà di diffondere il suo garbo in tutti i generi senza sfigurare.
Qui c'è la mano di Chandler ad attutire l'atterraggio nel noir, il creatore del detective per eccellenza, Marlowe, un personaggio cinico, sedotto dalle dark ladies, che vive e ci sguazza nel peccato, ma abilissimo Chandler anche nel ricreare con descrizioni minuziose l'ambientazione dell'America di quegli anni, veri e propri excursus alla narrazione, mai banale nell'inscenare l'amore romantico, tutti elementi tradotti nel suo capolavoro 'Il Grande Sonno' che aveva pubblicato il lustro precedente. Per il resto si potrebbe aprire la pagina della vita privata, i demoni dell'alcool, ma per quello fu profetico il successivo 'Giorni Perduti' di Wilder.

Lo zampino di Chandler non annulla la regia di Wilder, coesistono, l'uno sono il valore aggiunto dell'altro, basterebbe citare la scena nella quale Walter Neff ripensa alla cavigliera della Phyllis, dissolvenza ad inquadrare le gambe scendere la scalinata ma non è un pensiero retrospettivo è l'azione che si è spostata, è un abile deja vu di regia. Prima mezz'ora come vuole il suo stile a rendere corposa la narrazione, ultim'ora che fila via spedita tra suspance che richiama tensione in ogni dialogo insinuante di sospetto, e in questo quel fenomeno di Robinson è un altro personaggio costruito meravigliosamente, da marginale a diventare figura ingombrante nella relazione malata. Attore navigato che in quegli anni fu erto a protagonista da Fritz Lang in 2 celebri film assieme alla Bennett e Duryea. La Stanwyck è una regina in questi noir, c'è poco da fare è il suo territorio, non sbaglierebbe uno sguardo neanche a volerlo, personaggio che non si scompone mai troppo, senza lasciar presagire nulla, tante sensazioni ma nulla di telefonato.
Finale nel suo stile, accende la sigaretta e buio.