caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA FIAMMA DEL PECCATO regia di Billy Wilder

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
kafka62     8½ / 10  06/04/2018 19:06:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche se ricorda un po' troppo I"l postino suona sempre due volte" (il soggetto è dello stesso scrittore, James Cain), "La fiamma del peccato" è uno dei noir più rappresentativi di quello che è senza ombra di dubbio il decennio d'oro del genere, gli anni quaranta. La sua sceneggiatura è a dir poco strepitosa, tesa ed avvincente dalla prima all'ultima sequenza. Con un meccanismo a flashback, esso mette in scena il classico delitto perfetto, ordito da una coppia di amanti diabolici ma destinato, secondo tutte le regole, a finire in tragedia per l'abilità del detective, e ancor più per le paure ed i sensi di colpa dell'assassino. La parte migliore del film è proprio quella in cui affiora e si fa palpabile la sensazione che il cerchio si stia lentamente stringendo attorno ai due amanti. Barton Keyes, il detective della compagnia assicuratrice, non arriva mai a sospettare direttamente dell'amico Walter Neff, ma la prospettiva soggettiva con cui è raccontata la storia fa sì che quest'ultimo si senta braccato e in procinto di essere scoperto da un momento all'altro. Lo spettatore sa che Keyes ha visto giusto, che egli è a un passo dalla verità, e talune sequenze (come quella in cui Phyllis rischia di farsi scoprire nel corridoio mentre si reca all'appuntamento con Walter, o quella in cui il signore dell'Oregon è senza saperlo a tu per tu con il vero assassino e si chiede dove mai lo abbia visto prima d'allora) traggono da questa conoscenza privilegiata una tensione drammaturgica molto forte.
Forse i momenti più deboli del film sono proprio le sue estremità. Il finale (in cui il triangolo, fino ad allora narrativamente perfetto ed autosufficiente, viene allargato ai personaggi di Lola e del suo ragazzo) è un po' farraginoso, tanto che la morte dei due amanti (peraltro ampiamente prevedibile, in quanto preparata dall'immagine traslata del treno che ha per capolinea il cimitero) sembra l'espediente tutto sommato più comodo per far terminare la storia. Per quanto riguarda l'inizio, invece, l'infatuazione di Walter per Phyllis è a mio avviso troppo repentina e immotivata, forse per il fatto che Barbara Stanwyck, per quanto affascinante, come femme fatale non vale neppure la decima parte di Marlene Dietrich e appare pertanto inadeguata a far scatenare un amour fou di tale violenza (anche se Wilder ne accentua la componente feticistica nell'inquadratura ripetuta dei lacci alle caviglie di Phyllis mentre scende dalle scale). Anche come dark lady la Stanwyck lascia un poco a desiderare, sebbene i suoi occhi gelidi nella scena dell'uccisione in auto del marito sono tra le cose in assoluto più belle del film. D'altra parte, Walter, per essere un personaggio equilibrato e ispirante fiducia (almeno così ci viene presentato), si comporta al cospetto della donna come un vilain sfrontato e dai modi non propriamente ortodossi.
Walter Neff è in fondo il meno caratterizzato dei tre protagonisti, metà eroe e metà canaglia, apparentemente forte e sicuro di sé, in realtà debole e influenzabile. Intorno a lui, Keyes e Phyllis rivestono invece il ruolo di figure archetipiche (Phyllis la donna-vampiro, cinica e amorale, che conduce senza batter ciglio il suo innamorato alla perdizione, Keyes l'immagine paterna, che incarna gli opposti principi di onestà e moralità), tanto che "La fiamma del peccato" può essere anche letta come un apologo in cui il protagonista viene conteso dalle forze contrapposte del Bene e del Male. Molti vi hanno visto anche una implicita condanna della società americana, nella quale l'avidità per il denaro è tale da prevalere sui valori tradizionali come l'amicizia o la famiglia, ma credo che, tutto sommato, l'importanza del film risieda nell'aver sfruttato alla perfezione gli elementi "preesistenti" del genere, piuttosto che nell'aver proposto originali motivi di riflessione extra-cinematografici.