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LA MAISON EN PETITS CUBES regia di Kunio Katô

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Jolly Roger     10 / 10  08/02/2015 00:34:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Corto straordinario, che rasenta la perfezione, muovendosi sempre sull'orlo di una dolce malinconia ma senza mai scivolarci dentro.
Rappresenta la vita umana ricorrendo ad una metafora davvero intelligente e riuscita, quella di casette, costruite una sopra l'altra.
Il mare sommerge tutto. E prima o poi sommergerà anche la casa del vecchietto protagonista. Il mare è invincibile, alla fine probabilmente vincerà lui...ma non è una buona ragione per arrendersi!
Ci sarà sempre spazio, sul tetto, per costruirci sopra un'altra casetta, magari più piccola, ma comunque in grado di vincere, una volta ancora, la sfida contro la marea che sale lentamente.
Che cosa sia, poi, questa forza che ci spinge ad andare sempre avanti, non si sa. Eppure, c'è un momento nella vita di ognuno, in cui questa forza ci è talmente vicina da sembrare quasi di poterla toccare, di sentirla: un momento in cui essa ci pervade totalmente, un momento che da solo giustifica tutti quelli precedenti e tutti quelli che seguiranno: un tavolo apparecchiato, due bicchieri di vino, due sposini nella loro prima casa, un brindisi alla vita che costruiranno.
-Uskebasi-  10/02/2015 20:16:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti sei messo a guardare i corti vedo. Meglio di questo capolavoro non credo che troverai niente, comunque te ne segnalo 2.
Il primo dicono che sia strepitoso, anche se proprio corto non è, io lo vedrò a breve.

https://www.youtube.com/watch?v=t-Xne3FztR0

E poi quello al quale sono più legato. Non mi vergogno a dire che ho pianto la prima volta.
Ritengo quasi impossibile racchiudere tanta poesia e un significato così profondo in soli 3 minuti e con questa dolcezza. Geniale è dir poco.

https://www.youtube.com/watch?v=sdUUx5FdySs

-Uskebasi-  10/02/2015 20:18:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma che dico la prima volta, piango ogni volta che lo vedo porca *******, pure adesso...
Jolly Roger  11/02/2015 00:51:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
grazie mille per le segnalazioni!

in effetti mi sono messo a guardare corti perché ho scoperto in ritardo che questo genere è geniale. Riescono a concentrare significati profondissimi in pochissimo tempo.
Poi ho anche deciso che d'ora in poi non commenterò solo horror (come invece mi ero prefissato da quando sto sul sito), ma allargherò un po' il raggio :-)

Comunque devo dirti che a me La Maison fa lo stesso effetto che a te fa Kiwy. Mi metto a piangere dalla prima scena e piango per tutti i 12 minuti del corto. Nonostante l'abbia visto una quindicina di volte...è qualcosa che non riesco a controllare. Vi trovo riflesse persone care e mi ci trovo riflesso a mia volta. Credo che questo sia il corto definitivo, quello che racchiude la vita in soli 12 minuti. La perfezione.

Ho dato un'occhiata al primo corto che mi hai segnalato, ma ho spento circa a metà...mi sembra impegnativo, devo vederlo quando sono meno stanco e ora è tardi.

Il secondo, invece, è strepitoso. Davvero notevole e sicuramente commuovente...la rappresentazione di una creatura che vuole sognare al di là di tutto, anche al di là dei limiti che, suo malgrado, gli sono stati imposti dalla natura...Kiwy è davvero un corto coi controc.azzi, peraltro sembra così buffo all'inizio..e invece poi ti spacca. Davvero geniale, lo riguarderò a freddo e poi lo commenterò :-)

-Uskebasi-  11/02/2015 10:06:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma l'effetto de La Maison lo dò per scontato, è un capolavoro assoluto, alla pari del film preferito di ognuno. Chi non piange là non sa cosa sia l'arte o non ha un cuore.

Invece Kiwi! lo ritengo un caso quasi unico. Inizi a guardarlo chiedendoti cosa possa dirti mai un kiwi in 3 minuti, con quei disegni peraltro non eccezionali. Mi sembra non sia fatto nemmeno da professionisti, ma da studenti.
E quando la telecamera si gira... e poi la lacrima...
Non riesco a trovare le parole giuste per descriverlo.
Il dare la vita per il proprio sogno, nessuno potrà mai rappresentarlo in un modo migliore.