thohà 8½ / 10 07/10/2013 01:36:26 » Rispondi Insieme al suo strumento se ne vanno anche i sogni del violoncellista che non ha sufficiente talento. L'orchestra viene sciolta e Daigo decide di tornare al paese natio con la moglie. Deve cercarsi un lavoro e lo trova. Un lavoro che richiede stomaco e che non gode della simpatia popolare. Certo che il primo, anzi la prima persona per la quale dovrà collaborare col proprio capo non è propriamente allettante. Daigo resiste, resiste, povero :) Come primo giorno è veramente durissimo.
Un lavoro svolto con delicatezza, sommo rispetto e infinita pazienza. Tutto il film invita a riflettere sulla vita, sulla morte, sul fatto che un 'corpo' privo d'anima possa comunque essere deposto con dedizione e grande professionalità e che rende anche i parenti afflitti meno sconvolti.
Diverse persone, diverse esperienze, differenti circostanze, differenti sentimenti, stessa estrema cura per tutte. Un lavoro disprezzato che rende difficile la vita di questo giovane uomo. Un lavoro fatto con raffinatezza di gesti, gentilezza, armonia e persino amore.
Beh, l'equivoco tra il viaggio, inteso come agenzia che si occupa di tour e quello dell'ultimo viaggio è abbastanza divertente. Anzi, tutta la prima parte è divertente.
Come trovare attraverso la morte altrui una ragione per la propria vita, facendo di un mestiere difficile un arte divina. Un rituale meraviglioso tra chi accudisce e colui che è accudito. Spesso il deceduto/a viene guardato in viso, come chiedere se tutto procede nel migliore dei modi, se acconsente e gradisce le mani delicate che lo sfiorano e lo confortano. Commovente.