caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

DEPARTURES regia di Yojiro Takita

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Terry Malloy     7 / 10  10/11/2011 15:26:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sostanzialmente d'accordo con i commenti della mia listamici, questo è un film che fatico a comprendere e a classificare.
Né carne né pesce, sembra un film occidentale travestito da nippo.
Mi sono commosso, ma perché l'ho visto in una serata particolare. Certo alcuni momenti sono di un lirismo spaventoso, senza retorica, ma con grande umanità.
Si scade purtroppo nel finale.
Questo è l'esempio di un bel film, che potenzialmente poteva essere un grande film, ma che, andata com'è andata, sarà per l'inesperienza del regista, sarà perché chissà che cosa, è rimasto un medio prodotto. E come tale è stato premiato con un grande premio.
Ci sono molte finezze in Departures, ma anche molte cose inutili e insensate, si sbadiglia più di una volta e la scelta dei temi musicali (salvo un Ave Maria di Gounot (credo) in versione annacquata giapponese) è banale e zuccherosa, cosa pericolosa in un film che tratta anche di musica. Inutile dire che le parti migliori sono quelle dedicate a questi morti, così vicini così lontani da noi, e anche le caratterizzazioni di alcuni personaggi (su tutti il vecchio Capo: "cucino troppo bene", ma anche la segretaria) sono ben fatte. Pessime le scene col violoncello, pessima la moglie, pessimi alcuni dialoghi, di una banalità mostruosa.
Ancora mi chiedo il perché dell'accanimento contro chi lavora con la Morte, e se lo chiedeva anche il grande Faber ("signor becchino mi ascolti un poco, il suo lavoro a molti non piace, non lo consideran tanto un bel gioco coprir di terra chi riposa in pace, ed è per questo che io mi onoro nel consegnarle la vanga d'oro..."), io continuo a vedere solo una gran paura di oltrepassare.