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DEPARTURES regia di Yojiro Takita

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     6 / 10  31/05/2010 07:14:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Confesso di essermi trovato per la prima volta in seria difficoltà a scrivere qualcosa su un film che ho visto: il problema è che questo "Departures" non mi ha emozionato affatto se non nella prima parte per poi scadermi decisamente nella seconda quando l'eccesso di zucchero ha fatto andar su la glicemia ogni oltre limite consentito.
Il tema era (ed è) davvero interessante e si prestava a mille approfondimenti. Il cocktail di solennità (esaltata dai vistosi rituali sociali), drammaticità ma nel contempo ironia e leggerezza che è pressoché perfetto nel primo tempo, stava convincendomi di essere in presenza di un capolavoro.
Poi... il disastro: tra lungaggini ricoperte di una musica davvero ridondante e stucchevole, dettagli su ogni possibile ammiccamento facciale degli attori, flashback poco funzionali e un finale che più scontato e "battuto" di così non si poteva, il film m'è crollato addosso come un'impalcatura oscurandomi quanto di buono e di bello mi aveva suscitato nella prima parte!
All'uscita dalla sala ero infastidito dall'odiosissimo personaggio della moglie di Daigo (una "yeswoman" così buona da accettare di tornare dal marito che aveva lasciato per annunciargli una gravidanza a fini ricattatori: o il figlio, o la professione!), ma anche dall'inguaribile adolescenzialismo del protagonista (ad ogni passaggio cruciale della sua vita nasconde sempre qualcosa alla moglie "yeswoman" per paura di ricevere un diniego... Sigh!) e poi tante esistenze sfigate che (si) piangono addosso. No, per la mia sensibilità è troppo. So che i "bravi poeti" che scrivono qui (non lo dico sarcasticamente: qui ci sono vere anime sensibili che sanno apprezzare film del genere) inorridiranno leggendo questo commento del tutto a-tecnico, ma a me lo zucchero stomaca e mi fa male al metabolismo. Peccato perché le premesse erano davvero grandiose e l'idea della morte come viaggio che inizia solo dopo il doloroso commiato dai propri cari e dal proprio corpo lasciato alle fiamme dell'inceneritore, insieme alla delicatissima ironia della prima sequenza

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per non parlare della scoperta di Daigo della reale "ragione sociale" della fantomatica "agenzia di viaggi" nella quale credeva di essere incappato, lasciavano ben sperare...