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CRIMINI E MISFATTI regia di Woody Allen

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Terry Malloy     9½ / 10  03/05/2007 13:38:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
superbo. meraviglioso. uno dei migliori del regista. questo è il vero Woody Allen.
Egli accantona il suo geniale lato comico che entra in funzione dello scopo del film e non ne è protagonista per preferire quello esistenzialista in un film interessantissimo e dallo svolgimento estremamente intelligente.
con l'abilità in suo possesso orchestra i suoi personaggi con grazia e dettaglio, studia la sceneggiatura a puntino affinchè non subisca alcuna lacuna narrativa e contenutistica, assapora lo svolgersi dell'intreccio con maestria inserendo la sua passione per il cinema e la musica (stupenda colonna sonora classica/jazz e parecchie citazioni visive di film del passato) senza sbavare nel suo narcisismo solito (si pensi a Manhattan che è un'apologia di se stesso), anzi questo è sicuramente il suo film meno narcisista e il personaggio da lui interpretato (e per adesso ho notato la migliore delle sue partecipazioni cinematografiche) invece che suscitare ilarità provoca molta amarezza e compassione, nonostante egli cerchi di sdrammatizzare con qualche battuta deliziosa la drammaticità dell'insieme ("l'ultima donna in cui sono entrato è la statua della Libertà"). il film tratta (come farà in seguito e indovinate in che film) il Male nella società e potrebbe essere interessante accostare al film l'ultima strofa della poesia di Pascoli "X Agosto": "...E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale, oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male!"
è proprio questa la visione che Allen dà del mondo e del suo rapporto col Male dando vita a un personaggio molto significativo per la nostra epoca, Jude che vive una relazione con Dio molto latente, ossessionata, turbata per la dimensione divina dell'onniscenza che non permette all'Uomo di compiere i suoi Crimini e Misfatti nella totale serenità. accanto a Jude sviluppa anche due soggetti ovvero quello di Clifford e quello di Lester che portano in seno una critica del regista riguardo al mondo dello spettacolo (prima o poi tutti i grandi registi lo fanno), ossia la spregiudicatezza e il fallimento. da un lato c'è Allen, povero in canna che cerca di sfondare con idee obsolete e con personaggi ambigui e sbagliati, dall'altro c'è Alda biasimevole persona manipolatrice della legge hollywoodiana, ma doppiogiochista falso e probabilmente (la scena finale è superba) assassino e imbroglione.