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VINCERE regia di Marco Bellocchio

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  01/12/2009 14:53:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ingabbiato tra le maglie della storia Bellocchio finalmente limita le proprie argomentazioni personali cui spesso ci obbliga nelle sue opere,considerate solitamente da chi scrive ben poco interessanti, ed evita di eccedere in soluzioni visivo/narrative troppo compiaciute,altre caratteristica del regista a me mai gradita.
Questa semplificazione giova al suo ultimo film,”Vincere” è un ritratto potente di un’epoca dalle tinte fosche rimarcate da una fotografia lugubre,durante la quale scendere a compromessi fu atteggiamento seguito da una parte del popolo immune all’arte oratoria di Mussolini.Adeguarsi per non essere cancellati,un approccio vigliacco ma spesso comprensibile,al quale non si piegò Ida Dalser,amante del Duce da cui ebbe un figlio.Il coraggio,o l’incoscienza di una donna,sono il motore di una pellicola che racconta dell’ostinazione,quasi rasentante la follia, di un amore straripante mai corrisposto eppure durato tutta una vita.Più che una richiesta di riconoscimento e relativa soddisfazione di un diritto, un vero e proprio sentimento scellerato,del quale cadde indirettamente vittima anche l’incolpevole frutto del legame clandestino,in una situazione che lascia ben trasparire il grado di pervicacia e disperazione raggiunto dalla sventurata,disposta anche a perdere quello che per una madre è l’affetto più grande ed insostituibile.
Non mancano tipiche suggestioni del Bellocchio pensiero,sempre pungente nell’ esprimere la sua idea di ipocrisia cristiana e di cattolicesimo colluso con la politica .
Qualche passaggio superfluo è ravvisabile soprattutto nella parte intermedia un poco statica.Scolastiche le reiterate scene di sesso,mirate ad affermare la dualità di un uomo scisso tra dolcezza e brutalità,già ampiamente ravvisabili dalla sequela di avvenimenti che ne descrivono con efficacia l’ambizione smodata.
Buona prova di Giovanna Mezzogiorno,mentre Timi,pur eccedendo con la mimica, conferma le proprie indiscusse qualità.
Un film dal tema importante,tale addirittura da convincere Bellocchio a tralasciare (seppur parzialmente) i consueti artifici, per dare rilievo e giusta memoria a quel “non dimenticateci” che Ida pronuncia con un filo di voce quando anche l’ultima speranza è ormai scemata.