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MANHATTAN regia di Woody Allen

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Gabo Viola     4 / 10  20/02/2010 13:15:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il problema di Allen è il suo essere sempre tumulato nelle ansie/fobie medio borghesi, non ci sono altri aneliti nella sua filmografia. Spogliando il film dal vago umore wildiano, a volte brillante a volte arido, ci si trova davanti ad una suite di amori da fiction mediaset. In definitiva troppo parlato, troppo intellettuale: troppo occidentale. Il volo d'angelo è sempre piombato da dissertazioni da salotto inglese. Come disse Freud "l'ironia è la più grande arma di difesa"; nell fattispecie, Allen non si rende vulnerabile, è misurato, accorto, furbo. Regista sopravvalutato
Stone Face  20/02/2010 13:36:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tralasciando quel "vago umore wildiano" che, diciamolo, si commenta da solo. Voglio chiederti: ma il pregio di Allen non è di fare film parlati, pseudointellettuali e, soprattutto, troppo occidentali? I dialoghi dei suoi film sono sempre perfetti, occidentali sì, ma non è Won kar wai insomma, non si ricerca quello in woody allen. Ma soprattutto i suoi film hanno il dono della leggerezza e non puoi dire che si tratta di "amori da fiction mediaset" perché, se ti è capitato di vedere, quelli di leggero non hanno veramente nulla.
Gabo Viola  21/02/2010 12:51:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A me pare che i film di Allen abbiano il dono della pesantezza. Tutto è cricoscritto alla media borghesia americana/occidentale. In tanti hanno puntato la lente di ingrandimento sul fenomeno "borghese", indagandone gli anfratti. Potremmo pensare a Pasolini, Bellocchio, Ferreri, ma Allen pone il tutto in termini consolatori, assolutori. Le battute non fanno ridere, sembra la stessa scena che gira su se stessa, sempre il tic balbuziente di Allen, sempre il suo spericolato gesticolare, sempre riferimenti intellettuali e bla bla bla bla. Per non parlare delle scene poetiche/melense, giocate sulla imponenza della metropoli, ma lungi dall'ergersi come simbiosi uomo/ambiente (Herzog, Tarkowsky). Non mi piace Allen, troppo radicato nell'umorismo "sveglio" occidentale, quasi da vignetta. Per non parlare dell'omaggio a Keaton e Chaplin, nelle scene mute con il bambino. Che senso ha tutto questo? e la citazione di Renoir? e loro che escono dal cinema dopo la visione de "La terra" di Dovženko? Manhattan è una commedia sofisticata/insipida, con tutto il rispetto degli estimatori...de gustibus.
Stone Face  21/02/2010 21:37:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pasolini, Bellocchio, Ferreri. Li vogliamo definire registi militanti?intellettuali organici?Cosa avrebbero a che fare dei registi nati nel clima della sinistra europea (tralasciando pasolini che è l'artista "consolatorio" per eccellenza) con Woody allen?Lui non vuole smuovere le coscienze critiche, non vuole indagare la "falsa coscienza" della borghesia. Allen è la falsa coscienza della borghesia e non la vuole decostruire, ci sguazza dentro con una miriade di stereotipi che hanno la funzione di espedienti comici. Sì, comici, perché woody allen fa commedie e quasi tutti i suoi film sono dei suoi monologhi comici (peraltro non integralmente originali, se vogliamo dirla tutta, groucho marx aveva già fatto tutto). Questo è il loro pregio e il loro limite. Io adoro la comicità di woody allen, è fresca, intelligente, tipicamente newyorkese e non potrebbe essere altrimenti. In tanti film girati non ha mai creato un capolavoro, ma sempre dei bei film (con qualche caduta in basso) che non potrebbero mai essere paragonati a quelli di bellocchio o di ferreri. sono altra cosa. E' come paragonare un libro di svevo a uno di tolstoj, non avrebbe senso. Se sto ancora qui a scrivere è perché dando uno sguardo ai film che hai commentato mi trovo quasi sempre d'accordo con te. Questo 4 lo trovo eccessivo. E poi, come ti avrebbe risposto lui: "quanto mi piace farmi appiattire su uno stereotipo culturale".
Gabo Viola  22/02/2010 20:46:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non trovo interessante i tic medio/borghesi e una comicità che si adagia su questo modello. Non mi piace Allen in quanto persona che si affina nello stereotipo da salotto intellettuale, non mi piace la comicità dentro questa scatola. In sostanza mi pare che tu lo trovi "intelligente" ed "esilarante" io lo trovo "vile" ed "accomodante". è una questione di punti di vista. Trovo Woody sulla difensiva, amo invece chi rischia tutta, chi osa. Questo Manhattan non è un'opera coraggiosa come piace a me.