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LOUISE MICHEL regia di Benoît Delépine, Gustave de Kervern

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amterme63     6 / 10  19/04/2009 23:36:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo scopo del film è probabilmente quello di divertire e far riflettere usando la satira e l’ironia prodotti dal paradosso e dall’esagerazione. Secondo me non si riesce a raggiungere in pieno questo scopo. A parte alcuni interessanti rimandi alla situazione economica presente e reale, la quasi totalità del film si esaurisce in singoli episodi non sempre ben legati fra di loro, che portano l’attenzione dello spettatore sui protagonisti fuori dal comune e sul loro fare comico-grottesco, piuttosto che sui problemi e sulle disfunzioni che stanno dietro di loro. L’impressione di sciatteria non è data solo dai personaggi e dalla storia; anche le tecniche di ripresa sono a volte un po’ tirate via e scimmiottano lo stile dei Dardenne e il Dogma di Lars Von Trier.
La provincia francese in decadenza industriale è solo uno sfondo e un pretesto. Chi risalta sono i due protagonisti, più macchiette di genere che rappresentanti deformati di una categoria reale. Louise è una tipa un po’ ottusa, quasi analfabeta, di modi quasi primitivi. Un personaggio interessante che però non viene approfondito e per lo più usato per gag di vario tipo, oppure per mostrare come ci si arrangia in povertà assoluta. Sono però espedienti veramente rozzi e primitivi. Le manca la totale coscienza interiore di quello che è e di quello che fa. Nel film non esistono testimonianze alternative per considerarla da un punto di vista oggettivo. E’ una tipa rozza che fa ridere con le sue stranezze e i suoi istinti primordiali. Qui la bruttezza è strumentale quanto la bellezza lo è nei film “seri”.
Lui, Michel, è ancora più grottesco, irreale e contraddittorio, ancora più staccato da situazioni reali o diffuse. E’ un simpatico cialtrone, uno sbruffone ridicolo e poco altro.
La sorpresa finale non fa che rendere le figure dei due protagonisti più assurde e meno adatte a considerazioni generali su qualcosa che colpisca tutti. Per quanto riguarda il divertimento, il fatto che manchi un disegno unitario di critica e dissacrazione fa sì che spesso in certe scene comiche prevalga lo sconcerto piuttosto che la risata.
Il regista cerca comunque di fare affezionare lo spettatore alle sue due figure paradossali. Si prova quasi simpatia nei confronti delle loro decisioni tutto sommato vendicative e ciecamente distruttive. Eppure alla fine – vedi scena dopo i titoli di chiusura – si certifica chiaramente l’inutilità e lo scacco di una semplice ribellione istintuale, fatta un po’ a casaccio. Quasi senza volerlo, questo film testimonia lo stato di rancore, rabbia e disperazione che percorre in Francia i tanti operai messi alla porta senza tanti complimenti, costretti a pagare per colpe non si sa di chi. Questo era il vero paradosso, non quei due poveri disadattati, i quali meritavano forse ben altra dignità che la simpatia della comica grezza.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  22/04/2009 20:06:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mamma mia che impetuoso... sei piu' cattivo di Mereghetti
amterme63  23/04/2009 08:24:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non ho mai visto i film di Ciprì e Maresco. Non so se si può fare un confronti con questi. Penso comunque che i personaggi non sono stati ben utilizzati, sono diventati più un fine che un tramite. In questo caso le loro avventure personalmente mi hanno provocato più pietà che risata.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  27/04/2009 00:15:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Condivido con te infatti... ma almeno ha il merito di essere un film "diverso dal solito"e fuori dal consueto