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THE ADDICTION - VAMPIRI A NEW YORK regia di Abel Ferrara

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Terry Malloy     8 / 10  02/01/2008 14:05:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mi interessa parlare di una tematica filosofica ed esistenziale di cui si tratta nel film e che è stata commentata poco.
"Il tuo amico Feurbach ha detto che gli uomini che contano le stelle sono equiparabili a D.io...la mia indifferenza è di conseguenza giustificata, è il tuo stupore invece a dover essere studiato".
La riflessione del filosofo tedesco Feuerbach è decisamente antropologica e, passatemi il termine, anti-divina...in sostanza "Più c'è D.io, meno c'è l'Uomo"; condivisibile o no, resta una riflessione molto veritiera e interessante, poichè la costante divina dell'Uomo, posseduta intrinsecamente come bagaglio genetico (la ricerca di un D.io), è spesso simbolo di un vincolo contro cui il titanismo umano ha cercato sempre di combattere (vedi Nietsche). Come combattere quello che Marx definiva "l'oppio dei popoli", la religione (poichè di un D.io non si parla, ma di filosofia della religione), questo "oppio" che ci rende prigionieri, noi Uomini, esseri che possono esaltarsi tramite la Droga più potente di tutte, il Male? Il Male che rende gli Uomini potenti, ma che ottunde la coscienza di questo Male che li da vita.
Ma la domanda assillante è la Religione può redimere da questo gene che abita la terra, che abita noi, che Pascoli definiva "atomo opaco del Male"?
sembra di sì, almeno per Ferrara, però il finale non mi è ancora andato giù...questo annichilimento del sè collegato a Cristo è una visione troppo personale e francamente poco condivisibile.
rinuzeronte  27/01/2012 17:01:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma perchè poi annichilimento del sè e Cristo? Che relazione voleva evidenziare tra i due ?