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KING OF NEW YORK regia di Abel Ferrara

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hghgg     7½ / 10  27/02/2017 22:16:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un bel film che apre la strada al periodo dorato della carriera di Ferrara, a questo seguirà infatti il trittico di capolavori "Il cattivo tenente" "The Addiction" e "The Funeral". Niente male.

"King of New York" della coppia Ferrara/St.John è un film esagerato, ben poco verosimile ed estremamente violento. La violenza qui è libera ed onnipresente, allo stato brado, se possibile più che nei suoi film successivi, dove era equilibrata da una maggior presenza di contenuti. Qui la violenza, le sparatorie, la voglia di ammazzare gente con gusto sembra l'unico tema del film. Ovviamente anche Frank White cerca, a modo suo, la redenzione che Ferrara fa agognare a tutti i suoi personaggi migliori, ma in questo caso anche la redenzione sembra poter giungere unicamente tramite l'uso della violenza incondizionata e spietata. Ferrara e St.John chiariscono benissimo questo concetto, basta ascoltare il dialogo tra White e il poliziotto prima della scena in metropolitana, dopo aver visto gli innumerevoli massacri precedenti, per comprendere il percorso del protagonista, costellato di morti in cerca di una redenzione tutta particolare.

Se White cerca redenzione attraverso una spirale di violenza, è invece probabilmente un malato ed esaltato senso di giustizia anche quello che cerca il gruppo di poliziotti irlandesi che da la caccia a White, ciò che li spinge a superare il confine per diventare, a conti fatti, un'altra gang rivale di quella di White. La spirale di violenza totale che Ferrara aziona in "King of New York" non risparmia nessuno.

Non tutto è ben calibrato nella scrittura, ci sono momenti o scelte narrative che mi sono poco chiare, anche nel ritmo narrativo a dire il vero. Il grande fascino che la regia di Ferrara riesce a dare alla sempre oscura e fetida New York è indiscutibile, secondo solo, per me, al maestro Scorsese, ma registicamente ha fatto cose più interessanti dopo, inoltre i mezzi tecnici/economici sono scarsi e si vede. Pazienza, è parecchia roba anche così, Ferrara.

A reggere sulle sue spalle il film è un ottimo Christopher Walken, impeccabile e carismatico come sempre, grande attore che collaborerà ancora con Ferrara in alcune delle pellicole successive, fortunatamente per noi spettatori.

Attore eccezionale, tra i migliori della sua generazione e quindi di sempre, in America, Walken offre l'ennesima bella prova della carriera.

Va notato come il suo magnetico e spietato Frank White sia circondato da un piccolo esercito di giovani virgulti talentuosi e futuri attori famosi del cinema americano: si nota soprattutto uno scatenato Laurence Fishburne totalmente fuori di testa, molto bravo (indimenticabile la sua risata-latrato in "quella scena lì" in notturna sotto la pioggia, il suo gran finale); ma possiamo vedere qui anche dei giovani Wesley Snipes, Giancarlo Esposito e addirittura Steve Buscemi in ruoli secondari.

A risaltare invece tra i poliziotti è l'esaltato e giovane David Caruso, in una prova abbastanza convincente. Poi lo perderemo in interminabili serie tv poliziesche di scarsa qualità ambientate in Florida ma questa è un'altra storia.

Intuibile il finale della storia, White inizia e conclude osservando la sua New York, re sanguinante, dall'interno di un taxi. Suggestiva la conclusione.

Nonostante nel complesso "King of New York" non brilli quanto i film successivi di Ferrara, ha al suo interno alcune scene memorabili (quella all'inizio con i colombiani, l'inseguimento con i poliziotti, il finale) e resta, appunto, un film memorabile secondo me. Con un grande Christopher Walken in più, che fa sempre guadagnare parecchi punti ad un film.