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IL CATTIVO TENENTE regia di Abel Ferrara

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Bellinidj     7 / 10  10/10/2012 01:20:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Devo ancora decidere se considerare questo film un'ottima pellicola e dunque guardare al messaggio che vuole trasmettere o se considerarlo un noioso, inverosimile e talvolta ridicolo poliziesco che guarda fin troppo alla profondità per perdersi nell'immediatezza e nella dinamicità delle riprese.
Certo è che Keitel interpreta meravigliosamente il ruolo designatogli, mostrandoci un uomo in piena decadenza e che continua nel suo abisso senza freni in una lunga ed inesorabile discesa che segue cronologicamente lo svolgimento del film e culmina con la sfogo nella Chiesa, dunque siamo di fronte ad un Ferrara con la pretesa di rappresentare l'emblema del peccatore che si abbandona a Cristo dopo aver toccato il fondo. Numerose le immagini iconoclastiche nascoste qua e là nelle riprese (una delle più evidenti la coperta sul divano nella casa dello spacciatore) e da questo si evince un chiaro rimando alla religione.
Ma rappresentare Cristo in persona mi è sembrato decisamente fuori luogo, tanto da apparire ridicolo, con tanto di illuminazione speculare a destra e a sinistra....

Interessante anche la non irrilevante parentesi della droga, mostrata praticamente in tutte le sue possibili forme, esageratamente evidenziati i dettagli nell'assimilazione con una meticolosità quasi da documentario e poco da film.

Geniale la presenza del commentatore radiofonico durante molte scene del film a partire dall'incipit sino alla chiusura, una voce che si configura quasi come una beffa nei confronti del poliziotto che vede ogni volta la propria speranza divenire più piccola mentre cresce in lui la dipendenza e la perdizione.

Finale poco azzeccato, improbabile, fuori luogo e mal riuscito, mi riferisco al perdono dei due delinquenti in un disperato tentativo di redimersi da un'intera vita lontana dalla rettitudine ormai da tempo.

Non sono un critico professionista, da semplice spettatore ho trovato questa pellicola troppo lungua ed immobile per volersi considerare un poliziesco, ma allo stesso tempo talvolta troppo sbrigativa e per certi versi comica per pretendere di essere guardata con finalità introspettive.