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NEMICO PUBBLICO N.1 - L'ISTINTO DI MORTE (PARTE 1) regia di Jean-François Richet

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Invia una mail all'autore del commento ilSimo81     10 / 10  05/03/2013 17:15:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei migliori film d'azione mai visti.

Jacques Mesrine è stato un criminale francese, che tra gli anni '60 e gli anni '70 ha creato da sé la propria leggenda, alimentandola con rapine ad effetto ed imprese sanguinarie.
"L'istinto di morte" è prima parte di un dittico straordinario, che parte dall'epilogo della storia di Mesrine per poi addentrarsi in un approfondito flash-back: si ripercorre l'ascesa alla fama criminale del francese, raccontandone al contempo le cruente vicissitudini in guerra, il legame controverso con la famiglia e i controversi rapporti sentimentali.

Un uomo lucido, furbo ed intelligente, irresistibilmente attratto dal crimine e dalla violenza - probabile strascico psichico lasciato dalla guerra, quando da valido (e in seguito decorato) soldato veniva spesso incaricato di compiere esecuzioni sommarie di prigionieri.
Un uomo orgoglioso e vanaglorioso. In un vorticoso crescendo di criminalità efferata, Mesrine arriva ad essere definito come il nemico pubblico numero uno in Francia: titolo che contribuisce ad ingrandire un ego compiaciuto. A Mesrine piace vedere le sue imprese "celebrate" dai media, concedersi in esclusiva ai giornalisti, parlare ampiamente di sé e del suo operato: la vita del bandito infatti è narrata da sé stesso nella sua autobiografia, "L'istinto di morte", a cui si ispira piuttosto fedelmente la trasposizione cinematografica di Richet.
Un uomo affascinante, in grado di sedurre donne radicalmente diverse, da Sofia (l'onesta e dolce madre dei suoi tre figli) a Jeanne (prostituta, determinata a seguirlo in tutto e per tutto lungo la via del crimine), ma anche capace di ammaliare la gente (sia parte della pubblica opinione del tempo, sia parte dello spettatore odierno, che tendenzialmente arriva a simpatizzare per il "mito" Mesrine).
Un uomo che ha una propria scala di valori, che rispetta la parola data, che conosce il concetto di lealtà e che combatte a suo modo le proprie battaglie "etiche" (come quella contro un sistema carcerario disumano ed eccessivamente umiliante).

Cassel è autore di un'interpretazione titanica, di grandissima intensità. Eccellente e brillante nell'immedesimarsi in tutte le sfaccettature di un personaggio camaleontico (l'amante passionale e il padre premuroso, il criminale spietato e l'uomo vanitoso). Di grande levatura anche la prova del cast, in cui troviamo anche i ben noti nomi di Gérard Depardieu (nei panni del boss che introduce Mesrine alla criminalità) e Cécile de France (un'altra conferma per l'ottima protagonista di "Alta tensione" che qui veste i panni di Jeanne).

Splendida infine la regia, che all'inizio si diletta coi virtuosismi di un bellissimo split screen, ma poi scende sul campo, sporcandosi le mani perennemente nel mezzo dell'azione, ma senza mai risultare né caotica né artificiosa.

Tasso di azione e di coinvolgimento a livelli altissimi, per un film cruento, intenso, emozionante, convincente. Se non è un capolavoro, poco ci manca.